E’ in attesa di una carrozzina motorizzata dal novembre 2019. «Solo in Italia succedono queste cose» afferma amareggiato Bartolomeo Cerato, 65 anni. Per potersi muovere ed essere autonomo, il desiano che ha problemi di deambulazione ha chiesto di avere una carrozzina con motore. E’ trascorso più di un anno e mezzo da quando ha fatto domanda all’Asst, tra visite mediche, telefonate, email.
«Forse settimana prossima dovrebbero portarmi la ruota a motore» racconta, incrociando le dita. Per portare l’attenzione sul suo caso, il 65 enne ha iniziato a usare i social, per denunciare le tante difficoltà incontrate per ottenere quello che gli spetta. «Sono pronto anche a fare lo sciopero della fame» afferma con determinazione. La domanda per la carrozzina risale, appunto, al novembre 2019. Da allora, il desiano ha attraversato diverse peripezie. Una storia complessa, che non ha ancora avuto un “lieto fine”. Per ottenere una carrozzina, spiega, occorre prima sottoporsi ad una visita ortopedica. E bisogna mettersi in lista d’attesa. Passano così i mesi. Una volta che il medico accerta la condizione del paziente, parte la procedura per la carrozzina. Ma la questione si complica per la ruota a motore, che ha un iter diverso. Il primo ostacolo da superare per lui è stato quello della visita medica.
«Qualsiasi visita medica può essere prenotata online, non quelle per le protesi per cui bisogna andare al bancone dell’ospedale – si sfoga l’uomo su facebook – Un grande aiuto per i disabili. E sembra che ci sia (ma nessuno se ne è accorto) un misterioso ministero per noi». E ancora: «Dato che non potevo fare richiesta a Desio, mi rivolgevo all’ospedale di Seregno che mi dava un appuntamento per giugno 2020, ben sette mesi dopo. Qui con mille scuse inesistenti, rifiutavano di prendere in considerazione la mia richiesta». «Sono passati alcuni mesi e a ottobre ho fatto una nuova richiesta – racconta il desiano – Sono stato contattato a febbraio e finalmente mi è arrivata la carrozzina». Ma il caso non si è chiuso, perché manca ancora la ruota anteriore motorizzata.
«La ruota, mi hanno spiegato, deve essere fornita da una ditta che vince l’appalto». «Avuta e collaudata la carrozzina, mi mancava soltanto la ruota elettrica. Avevo accettato quella proposta dalla Asst ed ad inizio febbraio c’erano state le prove di fissaggio della ruota. Tutto doveva finire entro massimo la fine del mese, ma la ditta si rifiutava di fornirmi il mezzo che, con una piccola modifica poteva essere adattato alle mie esigenze – scrive sui social – La ditta che doveva fornirmi la ruota elettrica ne aveva suggerito un altro tipo. Ci si era rivolti ad un fornitore esterno ma, a tuttoggi, nulla è stato fatto».
Dunque, per il momento, il desiano ha la carrozzina ma non la ruota a motore che gli permetterebbe di uscire in autonomia. «Vivo da solo e ho bisogno di un mezzo per essere indipendente». La sua odissea non è finita. «Dopo che ho iniziato a scivere sui social e contattare i giornalisti, mi hanno dato un appuntamento per la prossima settimana. Mi hanno detto che dovrebbero montare la ruota a motore. Spero davvero che la “telenovela” finisca tra pochi giorni. Ma temo che mi chiedano di sottopormi ad un’altra visita medica». Lui non si arrende e racconta ogni passaggio del suo percorso a ostacoli sui social. «E’ un modo per denunciare, perchè chi di dovere si dia da fare per risolvere il problema»