E’ ancora chiusa la mensa dell’ospedale, per decisione dell’Ats che ha riscontrato, una decina di giorni fa, carenze igienico sanitarie. Come 4 anni fa, sono tornate le blatte nelle cucine del presidio sanitario di via Mazzini. L’Ats ha imposto alla ditta che ha in appalto il servizio di sanificare gli ambienti. E finché non verrà risolta la situazione, cucina e refettorio restano chiusa. Per il momento, quindi, le mille persone tra degenti e dipendenti che di solito usufruiscono della mensa sono servite da una società esterna: i pasti arrivano da fuori. E non sono il massimo: scarsa quantità e varietà, sottolineano i dipendenti. Tre fette di prosciutto, due foglie di lattuga. Un pugno di riso scotto. Pranzi e cene ridotti al minimo, insomma. Senza la proposta di alternative per chi ha intolleranze o allergie o chi ha la celiachia.
Oppure per chi è vegetariano. Un esempio: mercoledì è stata servita ai dipendenti la pasta al pomodoro come primo, e come secondo cordon bleu o torta salata e fagiolini. «E se ci fosse qualcuno allergico al pomodoro? – si chiede Tania Goldonetto segretaria della Cgil Funzione Pubblica Monza e Brianza – Il dipendente allergico o intollerante al pomodoro avrebbe dovuto portarsi il pasto da casa». In base a quanto ci risulta, i pasti arrivano in monoporzione dalla provincia di Torino, dove ha sede la società incaricata del servizio. Vengono scaldati in ospedale e poi serviti nei reparti. Per quanto tempo andrà avanti questa situazione, in una struttura dove tra l’altro iniziano ad arrivare i malati Covid? Gli operatori sanitari sono preoccupati, anche perché a dicembre l’ospedale, secondo quanto deciso dalla Regione, passerà dalla Asst di Monza a quella di Vimercate. Il presidio desiano sta vivendo una fase delicata. A cui si aggiunge, ora, il problema della mensa. Lo stesso problema che si era presentato 4 anni fa.
«Ci sentiamo presi in giro» dicono i dipendenti, che auspicano un intervento radicale, non solo sul servizio ma anche sulla struttura delle cucine. «Abbiamo richiesto al fornitore una scrupolosa ed approfondita serie di iniziative di ripristino e miglioramento delle condizioni della mensa, che è in corso al momento – dice il direttore generale della Asst Monza, di cui fa parte l’ospedale di Desio, Mario Alparone – . Prima della fine del mese avremo un sopralluogo per verificare le condizioni di ripristino in esercizio».
«Da anni i lavoratori e le Rsu segnalano una scarsa qualità del servizio e la presenza di blatte nel cibo- dice la sindacalista Tania Goldonetto – Quantità e qualità degli alimenti sono spesso scadenti, contenenti a volte capelli, pezzi di plastica delle bustine di maionese, scarafaggi cotti nelle verdure. Pezzi di soffitto si sono staccati pericolosamente con grossi rischi per incolumità dei fruitori della mensa». Direzione e sindacati avranno un confronto il prossimo 19 ottobre. Sul tavolo, tra le tante questioni aperte, anche il caso mensa.