A “infermieri, operatori socio-sanitari, ausiliari socio-assistenziali” bisognerebbe fare un monumento “impastato di riconoscenza, di ammirazione e di grande stupore”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Milano Mario Delpini in una lettera dedicata a chi opera nella sanità al quale ha dato come titolo, appunto, “Dovrebbero farle un monumento”.
Un messaggio dedicato a chi, nei fatti, ha vissuto la solidarietà e l’attenzione agli altri rischiando la salute, “molto più di tanti sapientoni che in ogni momento pronunciano sentenze, scaricano quantità di parole, fanno scendere sulla povera gente piogge di interminabili sequenze di immagini”.
«Tutti, infatti, riconosciamo nel vostro servizio quella sintesi di competenza e di attenzione alle persone che ha qualche cosa di unico e di splendido, di quotidiano e di straordinario, di bello e di eroico. Ci sono lavori che rivelano qualcosa di mirabile nell’essere umano. In un contesto che sembra incline più a denigrare che a esaltare l’umanità, ci sono non solo persone, ma intere categorie davanti alle quali si rimane stupiti».