A processo con le accuse di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e soppressione di cadavere. È la richiesta del pm nei confronti di Raffaele Rullo e la madre Antonietta Biancaniello per la morte di Andrea La Rosa, ex calciatore e dirigente del Brugherio ucciso a novembre 2017. Lo ha chiesto lunedì in udienza preliminare il procuratore aggiunto Eugenio Fusco davanti al gup di Milano Stefania Pepe.
Uno dei casi di cronaca più crudeli e efferati della storia recente in Brianza.
La Rosa aveva 35 anni, era un ex calciatore di serie C e, all’epoca dei fatti, era fresco dirigente del Brugherio dopo esserlo stato dell’Ac Desio. A metà novembre era stato attirato in una cantina di via Cogne a Milano, un locale nella disponibilità di Rullo che con lui aveva un debito di 30mila euro.
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La famiglia ne aveva segnalato la scomparsa il 14 novembre, il suo corpo venne ritrovato un mese più tardi nel bagagliaio di un’auto fermata sulla Milano-Meda. Era chiuso in un bidone. Successive indagini hanno accertato che l’uomo sarebbe stato ancora vivo quando è stato messo nel bidone per scioglierne il corpo con gli acidi.
Madre e figlio sono anche imputati per il tentato omicidio della moglie di quest’ultimo per riscuotere la polizza da 150mila euro di un’assicurazione sulla vita che Rullo avrebbe fatto sottoscrivere alla consorte (ora parte civile, assieme alla madre di La Rosa).