«Se non diamo un segno adesso, dopo questo terremoto, la gente si dimentica in fretta». Beatrice Favonio è vimercatese, ma da dieci anni abita a Sarnano, un comune in provincia di Macerata, che conta poco più di 3mila abitanti. Era lì quando, il 30 ottobre scorso, la terra ha tremato, ancora. Dopo aver frequentato il liceo classico Dehon a Monza, si è laureata in archeologia a Urbino ed è rimasta nelle Marche. Ma da quindici giorni, dopo l’ennesima scossa, è tornata ad Oreno, dal padre, per lasciare al tempo il compito di rimarginare le ferite.
«La mattina eravamo ancora tutti a letto: erano le 7 e mezza, e siamo stati svegliati da un boato».
Già mercoledì 26 ottobre c’erano state due scosse, come se il suolo volesse dare un avvertimento: la gente, non fidandosi, ha preferito dormire dalla notte stessa fuori dalle case, nei garage o nelle macchine.
«È questo che probabilmente ha salvato la vita a tante persone: le abitazioni che sono crollate erano già vuote».
È indignata, Beatrice: non si capacita di come sia possibile che le istituzioni, dopo vent’anni dal terremoto del ’97, non siano intervenute anche solo per preparare la popolazione. Continua: «Senza i volontari saremmo stati completamente persi. Ma uno Stato che funziona sarebbe dovuto essere preparato».
E aggiunge: «Si sarebbe potuto fare molto per prevenire un disastro del genere. E non è vero che non ci sono soldi, ma che non li sanno usare».
Ora spera che l’attenzione non si rivolga solo agli stessi tre Comuni, certamente danneggiati, ma anche a quelle piccole realtà di cui il territorio si compone: sono 150 i Comuni terremotati e le autorità non sono sempre presenti. Non intende dimenticare i paesi che circondano la sua Sarnano: Fiastra, Bolognola, San Ginesio, Gualdo, Penna San Giovanni, Amandola e Monte San Martino sono solo alcuni di questi.
«Anche solo citarli può dare supporto morale: è come se qualcuno non ti dimenticasse».
Si sente una vigliacca Beatrice Favonio ad aver “abbandonato”, ma questo non le impedisce di attivarsi per mobilitare quanti più aiuti possibili: serve soprattutto cibo, tecnici e ulteriore supporto psicologico. E serve un modo per permettere anche alle aziende di ripartire: un esempio sono i siti che permettono l’acquisto di cesti natalizi con i prodotti tipici delle zone colpite dal terremoto: madewithloveap.org, dajemarche.it, marcacamerino.net.
E ancora, ha in mente un altro progetto: vorrebbe creare un sito internet «per coordinare anche le notizie riguardo quello che succede, quello di cui c’è bisogno. La maggior parte delle notizie circolano su Facebook, però diventa una cosa frammentaria. Vorrei creare un modo per non far dimenticare le nostre zone», anche dopo il riassorbimento dell’emergenza, per ricominciare.
Beatrice Favonio segnala anche le raccolte fondi di alcuni Comuni terremotati.
Cessapalombo, IBAN: IT 39 E 06055 68820 000000002701
Sarnano, IBAN: IT 90 F 06055 69170 000000003658
San Ginesio, IBAN: IT42 W 06055 69140000000002881
Fiastra, IBAN: IT56C0605568910000000001146