Quando i poliziotti sono entrati nell’area demolizioni di Monza, in viale delle Industrie, seguendo il segnale dell’impianto satellitare dell’auto rubata, si sono trovati di fronte un lissonese di 36 anni intento a lavorare su quello che era rimasto di una Volkswagen Tiguan, praticamente il telaio. Tutti gli altri pezzi, dal motore, alle ruote, alle parti della carrozzeria, al cruscotto e i sedili erano già stati smontati e messi altrove.
Un guaio per il proprietario dell’auto tedesca, residente in provincia di Piacenza, che ne aveva denunciato il furto una settimana fa. Il ladro ha portato la vettura a Monza , dall’autodemolitore, dove è iniziato il lavoro di smembramento. I pezzi, con tutta probabilità, sarebbero finiti a un autoriparatore compiacente, o forse all’estero. Ma questo il 36enne lissonese non l’ha chiarito. Ha solo ammesso di sapere che l’auto era provento di furto, ma di non conoscere chi l’avesse rubata.
Ma non ha fatto i conti con l’impianto antifurto satellitare: una volta denunciato il furto, l’assicurazione si è rivolta a una società che si occupa di impianti di localizzazione a radio frequenze che ha mandato due addetti “a caccia” del segnale della Tiguan. I due sono arrivati fino a Monza, in viale delle Industrie, e, all’altezza della recinzione dell’autodemolitore il segnale era fortissimo. A quel punto i due tecnici hanno chiamato la centrale operativa del commissariato di viale Romagna e i poliziotti hanno svelato l’arcano. Il 36enne è stato denunciato a piede libero per ricettazione.