La pandemia al San Gerardo di Monza letta attraverso i numeri. È quello che fa il direttore generale della Asst Monza facendo un bilancio di queste due ondate, con la seconda che ha travolto il territorio.
Sono stati 1.761 i pazienti seguiti tra febbraio e fine giugno, 2.750 tra luglio e la fine di novembre con un incremento del 56%. A fronte di questa crescita dei casi seguiti che testimonia quanto il territorio monzese sia stato colpito ci sono altri numeri su cui vale la pena riflettere.
La durata media del ricovero è passato da 13,6 giorni della prima ondata a 6,89 della seconda (-49%) ed è sceso anche il numero di decessi passati da 400 della prima fase a 285 dell’ultimo periodo con un tasso di mortalità che si è dimezzato dal 23% dei ricoverati tra febbraio e fine giugno al 10% da luglio a novembre.
«I dati – spiega Alparone – evidenziano un notevole incremento della capacità di gestione clinica dei pazienti le cui fasi critiche vengono oggi anticipate».
Restano ancora alti i numeri dei ricoveri a oggi: 330 posti letto occupati da pazienti Covid di cui 33 in terapia intensiva.
Dopo i giorni drammatici di metà novembre si sta ritrovando un certo equilibrio anche grazie al rientro in servizio di buona parte del personale che è stato contagiato o era in quarantena fiduciaria: dei 400 dipendenti in malati, la metà è rientrata al lavoro. L’arrivo dei militari ha permesso i rinforzi nei reparti Covid, mentre non è ancora stata approntata la struttura esterna che dovrebbe alleggerire il pronto soccorso ed occuparsi delle situazioni Covid meno gravi perché il progetto è fermo in Regione per autorizzazione.
Sono numeri, quelli rilasciati dalla direzione generale del San Gerardo che fanno ben sperare anche in un recupero dell’attività elettiva della Asst che era stata sospesa nel periodo più critico arrivando a garantire solo le urgenze.
«A fronte di questi numeri – conferma Alparone – stiamo progressivamente aumentando le sedute chirurgiche in relazione alla riduzione dei pazienti Covid positivi. A oggi a Monza l’attività è al 40% rispetto ai ritmi pre Covid».