Si era difesa con una sedia, da terra, dove era finita affrontata dal rapinatore, armato di un coltello, e l’aveva fatto desistere. A distanza di cinque mesi i carabinieri della Stazione di Carate Brianza hanno eseguito una ordinanza di applicazione della misura cautelare del collocamento in comunità educativa, emessa dal Gip del Tribunale per i minorenni di Milano, nei confronti del presunto responsabile, un 17enne. Quello contro la barista di Carate Brianza non era stato il solo tentativo di rapina: nel giro di due giorni, lo scorso mese di ottobre, ne avrebbe commessi tre, uno dei quali andato a segno.
Un 17enne accusato di rapina: i tre assalti in due giorni e la barista che si difende con la sedia
Il primo la sera del 23 ottobre, intorno alle 23 in via Buttafava di Carate Brianza, dove avrebbe puntato un grosso coltello coltello contro un passante intimandogli di consegnare il portafogli per poi fuggire lungo via Dante Cesana, con il bottino, facendo perdere le proprie tracce. L’escalation era solo all’inizio: la notte successiva, attorno alle 3, avrebbe tentato di colpire, senza successo, il Mc Donald’s di Verano Brianza e, attorno alle 5, in un bar di Carate Brianza. Questi due ultimi tentativi sono stati ripresi dai sistemi di videosorveglianza: nel bar, la titolare, una 52enne, sola e intenta a preparare l’apertura del locale, colta di sorpresa, nella colluttazione, indietreggiando, era inciampata e caduta a terra ma si era difesa con una sedia e riuscita a far desistere il malvivente.
Un 17enne accusato di rapina: alto e con il giubbotto mimetico
Dalle denunce delle vittime i militari hanno constatato che ad agire nei tre episodi sarebbe stata la medesima persona, un ragazzo alto circa 1 metro e ottanta, di corporatura robusta, con scarpe Adidas bianche, pantaloni neri e un giubbotto “bomber” dai colori mimetici. Proprio dai firmati di videosorveglianza, nel frattempo acquisiti, nonostante il giovane agisse a volto coperto, gli investigatori dell’Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano, sono riusciti a risalire all’indagato. Una perquisizione domiciliare ha consentito tra l’altro di rinvenire gli indumenti che avrebbe indossato durante le azioni. Il minore è stato quindi prelevato dai carabinieri presso l’abitazione di famiglia e trasferito in una comunità rieducativa minorile lombarda.