Cesano: operaio di Limbiate morì schiacciato sulla piattaforma aerea, due condanne

Due condanne a due anni e mezzo per la morte di Giovanni Spagnoli, operaio 51enne di Limbiate morto il 6 luglio 2018
La scena dell’infortunio del 2018 a Cesano

A oltre quattro anni di distanza si è chiuso con due condanne a 2 anni e mezzo di reclusione in primo grado per omicidio colposo per l’operaio morto per asfissia toracica dopo essere rimasto schiacciato tra la grata della finestra e il cestello della piattaforma aerea che lui stava manovrando e che si è ribaltato. Bisogna tornare indietro al 6 luglio 2018 per ritornare alla tragica morte di Giovanni Spagnoli, 51enne operaio di Limbiate. L’uomo quella mattina era al lavoro in una ditta di Cesano Maderno che produce imballaggi di carta e cartone.

Cesano, operaio di Limbiate morto: familiari parti civili al processo

E’ la sentenza decisa dal Tribunale di Monza per questo tragico infortunio sul lavoro, è arrivata martedì scorso. Accusati nel processo il titolare dell’azienda appaltatrice a cui la ditta cesanese aveva affidato i lavori sul tetto del capannone danneggiato dal maltempo nei giorni precedenti ma anche il responsabile l’azienda che ha materialmente noleggio della piattaforma. Una pena, quella decisa dal giudice, ancora più alta di quella di 2 anni ciascuno chiesta durante la fase dibattimentale del processo dalla Procura di Monza per i titolari di due aziende. I familiari della vittima residenti nella vicina Limbiate si sono costituiti parti civili al dibattimento e hanno ottenuto il diritto ad avere un risarcimento dei danni per la prematura scomparsa del capofamiglia. Nelle prossime settimane saranno rese note le motivazione.

Cesano, operaio di Limbiate morto: la difesa ricorrerà in appello

La colpa dell’infortunio mortale, secondo le accuse, è da addebitare all’assenza di un altro operaio che doveva essere posizionato a terra che avrebbe potuto bloccare la piattaforma. Nel corso delle precedenti udienze a ricostruire la dinamica della tragedia è stata la testimonianza di un tecnico di Ats Brianza . La difesa degli imputati, che ricorrerà in appello contro le condanne, ha negato ogni responsabilità, sostenendo che non sono emersi difetti di fabbricazione o funzionamento del macchinario e addebitando l’infortunio “a un’imprudenza dell’operaio“, ritenuto un esperto del settore.