Si terrà il 16 febbraio la prima udienza al Tribunale di Monza per la causa intentata al Comune di Monza da Carlo De Gaetano, commerciante di viale Lombardia, che ha inscenato una protesta tentando di darsi fuoco, a seguito della costruzione delle barriere antirumore davanti al suo bar. Il commerciante ha fatto causa al Comune chiedendo «La condanna al risarcimento di tutti i danni subiti dalla loro attività commerciale, a seguito dei lavori sulla Ss 36 ed in conseguenza delle lesioni riportate dal De Gaetano nell’incidente occorsogli in data 25/02/2014» si legge nella delibera comunale che sancisce la difesa in giudizio.
La vicenda, che risale al febbraio dell’anno scorso, è andata su tutti i giornali: il commerciante ha tentato di darsi fuoco davanti alla sua attività (Bar Raffaello) sotto gli occhi di attoniti colleghi e residenti e delle forze dell’ordine, accorse sul posto (De Gaetano aveva minacciato di fare il clamoroso gesto).
De Gaetano si era cosparso i pantaloni di benzina, poi ha fatto altrettanto con una coperta sulla quale e salito in piedi tentando di darsi fuoco. È stato solo grazie all’intervento di un poliziotto e un agente della Polizia stradale di Seregno che De Gaetano non si è lanciato nel fuoco. Il poliziotto, Lorenzo Lucarini, è scattato subito per spostarlo, ma la colluttazione che ne è nata ha fatto finire sul poliziotto alcuni schizzi di benzina che lo hanno trasformato in una torcia umana. Il comandante della stradale di Seregno, Gabriele Fersini si era gettato fra le fiamme per salvare il collega. I due rappresentanti delle forze dell’ordine hanno subito anche serie conseguenze dal loro gesto riportando ustioni sul volto e sul corpo.
L’amministrazione comunale per questo tipo di vertenze risulta assicurata con una polizza che copre i danni derivanti da responsabilità civili e patrimoniali e l’assicurazione di riferimento si è rivolta ad un legale per difendere l’ente comunale in questo procedimento. L’avvocato milanese Andrea Bullo che difende gli interessi del Comune di Monza conferma l’istanza ammettendo che «la causa riguarda la richiesta dei danni avanzata da De Gaetano per i danni causati dal cantiere, ma anche per gesto del tentato suicidio».
A quanto trapela dagli atti, pare che il commerciante ritenga di essere stato indotto a quel gesto drammatico a causa dei danni provocati alla sua attività dai lavori della Ss36 e delle barriere antirumore che avrebbero ulteriormente danneggiato la sua attività commerciale (che De Gaetano riteneva già sul lastrico) che viveva prevalentemente del passaggio di vetture su viale Lombardia.