«Quello della Procura di Monza che ha deciso di indagare anche il mio assistito è un atto d’ufficio. È evidente che non abbia causato lui l’incidente e credo che potremo dimostrarlo anche prima dell’inizio del processo».
L’avvocato lecchese Fabrizio Consoloni non ha dubbi: il suo cliente andrebbe considerato più vittima che autore del sinistro nel quale domenica mattina a Monza ha perso la vita il giovane Elio Bonavita, di appena 15 anni.
«Basta vedere la dinamica del sinistro: si è trovato coinvolto suo malgrado in una situazione che non ha potuto in alcun modo evitare – ancora Consoloni – Adesso è ancora sotto choc, non riesce neanche più a parlare».
Valtellinese di Chiuro, 37 anni, è l’uomo che guidava l’Alfa Romeo che materialmente è finita contro la Citroen sulla quale stavano viaggiavano il ragazzo di Villasanta che ha perso la vita e la mamma Nunzia Minichini, ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Niguarda di Milano.
Stava viaggiando nella stessa direzione dell’utilitaria, e l’avrebbe centrata soltanto dopo aver sterzato per evitare l’Audi Q5 che si era immessa su viale Brianza da una via laterale senza dare la precedenza e costringendo una Range Rover in arrivo a una manovra d’emergenza nel disperato tentativo di evitare l’impatto, cosa che non è stata possibile per l’Alfa arrivata subito dopo.
Le indagini sono coordinate dal pm della procura monzese Manuela Massenz che ha inquisito anche il valtellinese. Al momento il valtellinese risulta formalmente indagato per concorso in omicidio colposo e in lesioni colpose. Gli altri due indagati sono gli uomini alla guida dell’Audi Q5, il manager di Vedano al Lambro, e della Range Rover, un 38enne di Lesmo.