È stato rinviato a giudizio per corruzione, il carabiniere Sossio Moccia (in foto). Secondo l’accusa avrebbe passato informazioni, in cambio di favori, a Massimo Ponzoni, l’ex golden boy della politica brianzola, delle indagini in corso su Rosario Perri, funzionario pleni potenziario del comune di Desio. Il provvedimento è stato emanato dal giudice per le indagini preliminari Giovanni Gerosa.
La figura di Sossio Moccia venne in primo piano nell’estate del 2013. Arrestato a maggio con accuse di corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio è tornato in libertà qualche mese dopo, a luglio. Nel mirino degli inquirenti erano finiti i suoi rapporti pregressi con Massimo Ponzoni, il desiano ex assessore regionale lombardo del Pdl. Il militare, difeso dall’avvocato Roberta Minotti, è stato protagonista dell’atto finale del processo che vede lo stesso Ponzoni accusato di concussione, bancarotta e altro insieme ad altri quattro imputati al tribunale di Monza.
Moccia, dopo l’arresto, aveva chiesto di farsi sentire dal pubblico ministero Donata Costa, la quale lo ha convocato in aula per essere interrogato in qualità di testimoei, alla fine di una lunga e combattuta istruttoria dibattimentale. Il carabiniere di Seregno ha riferito di aver procurato, nel 2007, un appuntamento tra Ponzoni ed un ufficiale di polizia giudiziaria che era in possesso di informazioni relative ad “indagini della procura sulle assunzioni alla provincia di Monza e che aveva bisogno, in cambio di queste informazioni, di trovare un posto di lavoro ad un suo parente”.
Moccia ha poi ammesso di aver chiesto soldi, ma non a Ponzoni, bensì al suo autista.