Nuova polemica sulla campagna vaccinale anticovid tra Regione Lombardia e Governo. Prima il commissario per l’emergenza covid Domenico Arcuri e Letizia Moratti hanno avuto un botta e risposta dopo che in una nota la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia aveva lamentato la carenza di personale sanitario che avrebbe dovuto essere destinato alla regione come supporto per poter procedere con le vaccinazioni.
Nella serata di lunedì gli uffici del commissario in una nota hanno precisato che «in realtà», la causa del ritardo risiederebbe nelle mancate visite mediche necessarie al personale sanitario da parte delle Ats regionali lombarde.
Poi è intervenuto il presidente della regione Attilio Fontana che martedì mattina ha incalzato: «Trovo incredibile che il ministero della Salute abbia deciso di bloccare la valutazione, prevista per oggi da parte del Cts, del piano vaccinale di massa della Lombardia. Ho voluto condividere con il Governo il piano vaccini che in Lombardia si sta concretizzando con il coordinamento di Guido Bertolaso e l’obbiettivo di vaccinare 10 milioni di lombardi, ritenendo questa la priorità per tutto il Paese, che certamente non deve sottostare a logiche di parte. Noi andiamo avanti spediti. Obiettivo giugno».
A questo ha risposto direttamente il ministero: «Il piano vaccini ha valenza nazionale e ogni atto delle singole Regioni diretto a intervenire sulla materia può essere valutato dal ministro della Salute in ragione della necessità di azioni coordinate e omogenee su tutto il territorio nazionale. Ci sarà un esame rapido e costruttivo, purché in linea con le indicazioni del piano nazionale».