Carcere di Monza: per Bisio film e dibattito con i detenuti – VIDEO

VIDEO - L’attore Claudio Bisio ha fatto visita ai detenuti del carcere di Monza. Gli ospiti della casa circondariale hanno visto il suo film “Si può fare” intavolando poi un dibattito con lui
Bisio (al centro) durante la sua visita al carcere di Monza
Bisio (al centro) durante la sua visita al carcere di Monza

“Si può fare” è il titolo di un film, ma dovrebbe essere lo slogan di vita. Ed è la fiducia nel futuro migliore e la forza che ci invita a credere in una prospettiva di opportunità quello che Nello, il protagonista del film uscito nelle sale nel 2008, ha voluto ricordare ad una categoria di persone che oggi vive in una condizione di isolamento. Il personaggio di Nello è stato interpretato dall’attore Claudio Bisio che venerdì 13 gennaio ha fatto visita ai ragazzi del carcere di Monza per un incontro speciale i cui contenuti morali e sociali hanno di fatto arricchito l’appuntamento.

Ai detenuti è stato mostrato il film “Si può fare” e ne è seguito un dibattito con l’attore che sulla sua pagina Facebook ha voluto postare alcuni scatti dell’incontro. “Un ringraziamento a coloro che hanno organizzato l’evento, ma soprattutto ai ragazzi che hanno partecipato…” scrive Bisio che nel film veste i panni di un sindacalista ambizioso che, dopo un insuccesso lavorativo, viene mandato in una delle tante cooperative sorte in seguito alle Legge Basaglia. Quest’ultima si era occupata di dove mandare i malati di mente dopo la chiusura dei manicomi, come gestirli, a chi affidarli. E’ la Milano nel 1983. Due prospettive si confrontano e si scontrano a riguardo. La più vincente ed innovativa è sicuramente quella del sindacalista Nello il quale desidererebbe avviare una cooperativa vera e propria che garantisse un reale stipendio ai “soci”, cioè ai pazienti in cura. La seconda prospettiva è quella del dottor Del Vecchio che non riesce ad intravedere nulla di promettente in questi soggetti.

La formula del successo trovata da Nello consiste nel regalare fiducia a questa categoria della società da sempre emarginata. Ciò che il film insegna è sicuramente che ovviare il problema non significa risolverlo, anzi e mostra infatti come i ragazzi dell’ex manicomio si svelano dei veri artisti e i loro prodotti artistici vengono apprezzati anche dalla gente più scettica nei loro confronti. Dunque la cooperativa si propone come reale alternativa al deprimente manicomio.

Una lezione di vita che partendo da quel “Si può fare” insegna che ciascuno di noi possiede almeno una dote che è capace di dare frutti inaspettati, una volta stimolata. La costrizione non può essere il metodo per il recupero del paziente. Per guarire il primo passo è la consapevolezza di avere bisogno di aiuto e, in secondo luogo, la necessaria intesa tra beneficiato e benefattore. E questo, Bisio, lo ha ricordato anche ai ragazzi del carcere di Monza.