Un lungo post su Facebook indirizzato al sindaco e al Comune «sordo e assente». A parlare nei giorni scors è stato il presidente della Folgore Caratese Michele Criscitiello, che ha affidato al profilo social della società un’invettiva proprio contro il primo cittadino. La querelle aveva avuto già inizio qualche settimana fa quando il patron aveva comunicato, attraverso Instagram, la decisione di tornare a giocare «a Carate quando il Comune capirà che non siamo una Onlus», utilizzando, invece, il campo di Verano, struttura attrezzata ma che, non essendo omologata, non permette di autorizzare la presenza del pubblico (abbonati compresi).
A monte delle tensioni sembrerebbe esserci la proposta di Criscitiello di realizzare la Sportitalia Arena «un progetto da 8 milioni di euro per costruire lo stadio a Carate Brianza, un progetto fatto da architetti di fama nazionale» e che, secondo il numero uno della Folgore Caratese, «è rimasto tra i faldoni del sindaco, che oggi cade dalle nuvole, un hotel, sky box, impianto di illuminazione, campi da padel, tribuna ospiti, curva e nuova tribuna centrale», rispedendo, in sostanza, al primo cittadino le sue rimostranze circa il fatto che, ad oggi, «nonostante le parole dette in merito all’ammodernamento dell’impianto non abbiamo ancora riscontri».
«Ho chiesto al presidente di illustrarmi il suo progetto – risponde il sindaco Veggian – ma, per ora, sono state consegnate, a dicembre, non anni fa, delle tavole che non considerano l’iter amministrativo, il progetto non è a protocollo ed è ben lontano dall’essere un project financing, manca il piano economico in senso stretto. Anche qualora venisse presentato secondo i crismi, si deve rispettare l’iter amministrativo che riguarda ogni atto pubblico. Probabilmente crede che il campo di calcio sia cosa sua ma non è un giardino privato dove si può fare ciò che si vuole. Mi dispiace molto della sua presa di posizione. Anche recentemente abbiamo incontrato i suoi collaboratori perché la società deve mostrare la rendicontazione di tutto quello che viene fatto all’impianto».
«Riprendendo le sue parole – prosegue Veggian – probabilmente è lui che crede di essere una Onlus e si comporta da tale. Mi dispiace per i tifosi e gli abbonati. Qualora venisse dimostrata l’utilità pubblica della sua proposta secondo il corretto iter, allora potremo prenderlo in considerazione. Fino ad ora, siamo di fronte a una speculazione: la volontà di costruire un hotel e degli studi televisivi, che sormonterebbero la pista di atletica».