Il cantiere che dovrebbe debellare per sempre il cronico problema delle infiltrazioni d’acqua nel millenario complesso della basilica dei santi Pietro e Paolo di Agliate, starebbe in realtà danneggiando gli antichi affreschi alle pareti.
Lo denuncia pubblicamente Renato Evaristo Perego, scultore della pietra per professione e paladino del territorio «contro la speculazione e la cementificazione» per vocazione, come spiega sul web nel suo “Ville distrutte”.
Lunedì, carrellata fotografica in allegato, ha inviato in municipio una segnalazione: «Bisogna fermare al più presto lo scorrimento di acque piovane sul muro del battistero: all’intero ci sono dipinti tutelati da leggi ministeriali. Un telo posticcio raffazzonato, lasciato lì per giorni senza che nessuno stesse lavorando – attacca Perego – lo concedo giusto al nonno per coprire momentaneamente il suo pollaio».
Ha aperto a inizio dicembre il cantiere per il rifacimento del tetto del complesso medievale di via Cavour. Il progetto è stato studiato di concerto con la Curia di Milano e la Sovrintendenza ai beni archeologici e architettonici. I lavori, affidati alla Teknorestauri di Barzago (Lecco), azienda specializzate in interventi su beni storici, si concluderanno ad aprile. Riguarderanno prima il battistero, e poi la basilica. Ammonta a duecentomila euro l’impegno economico che la comunità pastorale Spirito Santo dovrà farsi carico per debellare le infiltrazioni che tante ansie danno, non solo agli agliatesi, e che danneggiano uno dei gioielli del romanico lombardo. In città è partita la raccolta fondi e anche la Conferenza episcopale italiana, su segnalazione della Diocesi di Milano, darà il suo contributo.
Perego nutre forti dubbi sulla necessità dell’intervento, e ne critica la modalità di esecuzione: «Il muro del battistero, a cui in questi giorni sono state tolte le tegole dal tetto, e che è stato coperto con un telo posticcio – spiega – ha l’intonaco bagnato, proprio in corrispondenza degli antichi e preziosi affreschi che si trovano all’interno. Ma questo sarebbe il modo di tutelare, preservare e restaurare un monumento nazionale? In uno spazio così sensibile, in una stagione dove oltre alla pioggia c’è anche il gelo, avere delle infiltrazioni di acqua nei muri è dannosissimo».
Accuse che l’architetto Elio Ronzoni, il professionista caratese a cui la comunità pastorale ha assegnato i lavori, si fa – è proprio il caso di dirlo – scivolare addosso: «Non abbiamo niente da nascondere. Nulla di quanto paventato corrisponde al vero, e chiunque, se autorizzato, può entrare in cantiere per accertarlo con i suoi occhi. Stiamo procedendo in simbiosi con la Sovrintendenza e con la Diocesi, e questo significa che abbiamo ben due lenti di ingrandimento sui lavori. Fa piacere sapere che c’è un bravo cittadino che si preoccupa dei beni culturali, ma posso assicurare che tutto, dai materiali alle soluzioni di intervento, è frutto di lungo studio e concertazione, e niente è lasciato al caso. Ad esempio, è stata la Soprintendenza ad impedirci di aggiungere altro a protezione della copertura del battistero».