Carate Brianza, nuovo regolamento Tari per utenze non domestiche: polemiche sui tempi

Un decreto legislativo permette alle utenze non domestiche di conferire i propri rifiuti a soggetti privati diversi dal gestore pubblico. A Carate Brianza è polemica sui tempi.
Carate  municipio
Carate municipio

Nell’ultimo consiglio comunale di Carate Brianza sono state approvate le modifiche al regolamento Tari: necessarie per adeguamenti di legge, hanno sancito, tra i diversi aggiornamenti normativi, la possibilità a decorrere dal 2022, per le utenze non domestiche di avviare al recupero, tramite soggetti privati diversi dal gestore pubblico, i propri rifiuti urbani. Un’opzione da notificare entro il 30 giugno dell’anno precedente a quello in cui si intende fuoriuscire dal servizio pubblico, ovvero lo stesso giorno in cui si svolgeva il consiglio comunale e in cui si integrava nel regolamento comunale quanto previsto nel decreto.

“Il nuovo regolamento introduce un diritto di scelta all’utenza non domestica, ma individuando l’ultima data utile per l’inoltro della richiesta proprio il 30 giugno, mettiamo i nostri utenti nella condizione di non potersi avvalere di questa opzione per mancanza di tempo”, ha dichiarato Francesco Paoletti, capogruppo del Pd, proponendo l’inserimento di un emendamento che chiedeva di posticipare, esclusivamente per quest’anno, la data di scadenza di un mese “per un discorso di serietà verso i possibili utenti interessati”.

Possibilità negata dalla maggioranza, che ha bocciato anche la successiva proposta di Riva, capogruppo consigliare del Movimento 5 Stelle, che ha chiesto di posticipare la data di scadenza “di 7/15 giorni”.

“Credo che nessun diritto venga violato per i cittadini nel momento in cui sono le circolari stesse ad essere state emanate tardivamente. Inoltre, in base a quanto riferito dalle associazioni del territorio, sembra che al momento non ci siano operatori privati pronti a rendere un servizio a tutto tondo – ha spiegato l’assessore ai Tributi, Eleonora Frigerio – Ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare: questa normativa è un po’ schizofrenica perché il piano economico della Tari è un piano chiuso. Il legislatore, però, non ha previsto un diverso finanziamento del piano, a fronte della “perdita” delle entrate delle utenze non domestiche che decidono di avvalersi del servizio privato. Ciò significa che togliendo parte delle entrate dal piano si andrà inevitabilmente a pesare in maniera più importante sulle tasche cittadini. Da qui la proposta di lasciare il termine il 30 giugno, sperando che il legislatore entro l’anno prossimo ponga rimedio a questo grande errore”.