Per i genitori, il capitolo è tutt’altro che chiuso. A Carate Brianza, 46 genitori con bimbi iscritti alla scuola dell’infanzia di via Sciesa avevano presentato in Comune la richiesta che, in riferimento al periodo settembre-dicembre 2020, fossero applicate rette mensili “dimezzate” per le classi che avessero dovuto affrontare quarantene. L’istanza è stata protocollata il 20 gennaio.
Ma «siamo ancora in attesa di una risposta in forma scritta, in merito al problema trattato, entro i termini previsti dalla legge, ricordando che nei rapporti con enti e pubbliche amministrazioni, la regola generale per tutti i procedimenti che iniziano con un’istanza del cittadino è quella del silenzio assenso – comunica Aurora Giagnorio, una delle mamme firmatarie, a nome di tutto il gruppo – In altri termini, se il privato presenta una richiesta e non ottiene risposta, la stessa si deve considerare accolta».
In merito alla questione dei rimborsi, il Comune si era espresso sulla stampa. Il sindaco Luca Veggian aveva assicurato che l’amministrazione, con una «scelta politica», avrebbe «rimborsato le famiglie per il periodo di assenza di servizio». Ossia «per le settimane di quarantena in assenza di Dad (Didattica a distanza)».
Anche l’assessore all’istruzione Ian Farina aveva assicurato che «andiamo incontro alle famiglie per i giorni di assenza del servizio. Quando c’è stata la Dad, attività sono state proposte sia di mattina che di pomeriggio».
I genitori, però, chiedevano l’applicazione della retta dimezzata – sul mese interessato da quarantene – a prescindere dall’attivazione o meno della didattica a distanza. In ogni caso, «una risposta ufficiale da parte del Comune, ad oggi, non ci è arrivata».