L’architetto Elio Ronzoni non credeva ai suoi occhi quando, passato da via Cavour pochi giorni prima di Natale, ha visto delle bottiglie di vetro tra le tegole fresche di posa sul tetto della millenaria basilica di Agliate.
Avvisato subito il parroco, don Gianpiero Magni, il responsabile della comunità pastorale ha voluto mettere a conoscenza tutti i fedeli di quanto successo.
Lo ha fatto dall’ultimo numero dell’informatore quando, nel fare il punto sui lavori di restauro della copertura della basilica romanica intitolata ai santi Pietro e Paolo, ha scritto: «Resta l’apprensione per gli atti di vandalismo che ancora ci mostrano che alcuni “ignoranti” del valore del nostro patrimonio artistico, tornano a gettare bottiglie sul tetto, dalla strada prospiciente il bar. Purtroppo alcune tegole sono già state danneggiate».
Un duro rimbrotto, che fa seguito alla scoperta avvenuta all’inizio della scorsa settimana. Le tegole rotte dalle bottiglie (cinque in tutto, in due diversi punti del tetto) sono state subito sostituite. Resta l’amarezza per un gesto che non trova spiegazioni, e che fa dire a don Gianpiero: «Facciamo circolare in ogni ambiente messaggi di rispetto».
L’impegnativa opera di restauro della copertura della basilica è terminata da poche settimane ed è stata festeggiata, un mese fa, con un applauditissimo concerto. Allora, l’architetto Ronzoni, il progettista incaricato dalla comunità pastorale di eseguire l’intervento, aveva illustrato i lavori, partendo proprio dalle foto che mostravano la malconcia copertura diventa ricettacolo di erba e di bottiglie, spuntate qua e là tra coppi sconnessi. Il cantiere era stato fortemente voluto per debellare il cronico problema delle infiltrazioni d’acqua nel millenario complesso della basilica dei santi Pietro e Paolo di Agliate.
Ottenute le autorizzazioni da Curia e Soprintendenza, Ronzoni lo scorso dicembre aveva dato il via al certosino lavoro. Le tegole sono state tolte una e una, ripulite e rimesse al loro posto. Solo se indispensabile, sono state sostituite con nuove. Più della metà è stata salvata.
Era del 1974 l’ultimo nulla osta al rifacimento della copertura. E dopo quell’intervento non ce n’erano più stati. Da qui la necessità dei lavori, terminati il 15 settembre. Sono stati impegnati 200mila euro circa, metà arrivati dalla Conferenza episcopale italiana e metà dal Comune.