Botti di Capodanno, per Enpa è «la “solita” emergenza». Se un po’ tutti i Comuni brianzoli stanno invitando i cittadini ancora in queste ultime ore alla prudenza e alla moderazione nell’utilizzo dei fuochi d’artificio e botti sparati nella notte di San Silvestro, Enpa ricorda che proprio questi artifizi causano vittime e feriti tra gli umani, ma ancor di più tra gli animali. Si possono stimare infatti in decine di migliaia gli animali domestici che muoiono e scappano terrorizzati, tantissimi i selvatici che vengono feriti o intossicati, innumerevoli gli uccelli che, disorientati e impauriti, vengono soccorsi perché hanno sbattuto contro finestre o muri nel tentativo di fuggire.
Enpa: le ordinanze sono ritenute inefficaci
«La pessima abitudine di festeggiare la fine dell’anno con un concerto di assordanti botti è purtroppo lontana dall’essere abbandonata: sembra anzi anticipare sempre più il suo inizio» afferma l’ente nazionale protezione animali. «Le ordinanze che vietano l’uso di botti, petardi e fuochi d’artificio sono inefficaci senza effettivi controlli e soprattutto senza il divieto, non solo di utilizzo, ma anche di vendita di articoli pirotecnici rumorosi. A Monza il regolamento di polizia urbana in vigore dal 2019 ha introdotto il divieto permanente di utilizzo dei materiali pirotecnici. Anche a Lissone -ricorda Enpa– il divieto è previsto dall’articolo 30 del regolamento di polizia urbana, in vigore non solo durante le festività natalizie, ma tutto l’anno. In alcuni Comuni brianzoli i primi cittadini, ad esempio di Usmate Velate, Sovico e di Villasanta, pur non emettendo ordinanze, hanno invitato a festeggiare l’ultimo dell’anno in maniera consapevole».
Enpa: i botti producono anche rifiuti difficili da differenziare
Enpa ricorda che i botti vogliono dire anche più rifiuti: secondo i dati della SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale) circa 60.000 involucri, pari a circa 3-6 tonnellate di botti e fuochi esplosi la notte di Capodanno, rimangono nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Si tratta peraltro di rifiuti difficili da differenziare perché composti per il 70 per cento da cartone, plastica, legno o argilla e il restante 30 per cento da polvere pirotecnica (in massima parte nitrato di potassio, zolfo e carbone, con aggiunta di metalli pesanti, magnesio e rame). Le alternative ci sono, ricorda Enpa. «Esistono tantissime alternative valide ai fuochi d’artificio, più rispettose nei confronti di tutti gli animali, quali fontane luminose e droni adornati da led multicolori che, manovrati da terra con appositi software, compiono elaborate evoluzioni e formano figure colorate» conclude l’ente nazionale protezione animali, rinnovando l’invito a «prestare la massima attenzione alla sicurezza dei propri animali domestici, sensibilizzare a una cultura del rispetto e dell’ambientalismo, ma soprattutto a non unirsi a questo concerto di morte».