La signora delle api abita a Brugherio, ha una laurea in Legge, un lavoro nell’impresa edile di famiglia e un sesto senso, quando si tratta di insetti. Irina Petrini, 34 anni, rumena in Italia da dieci, per i brugheresi è un po’ un’istituzione. Chiamano tutti lei per api, vespe e calabroni. Perfino i Vigili del fuoco di Merate le chiedono consulenza negli interventi complicati e la chiamano per lezioni di formazione sul tema.
Ha studiato per fare il giudice, nel suo Paese, ma la laurea ottenuta in Romania le ha permesso in Italia solo di lavorare negli studi legali milanesi di grido, “una delusione” per una persona con grandi aperture al sociale e alle tematiche ambientali. Il corso di apicoltura seguito intorno al 2010 l’ha iniziato un po’ per scherzo, sollecitata dal marito, piccolo imprenditore locale.
«Però non è stato esattamente un caso – spiega in un italiano raffinato – perché io sono cresciuta nel cortile della nonna dove c’erano le arnie che curava mio nonno. Guardavo le api tutti i giorni e imparavo il loro comportamento».
Un sapere fatto di osservazione lenta e curiosa che ha lasciato un segno. «Dopo il corso ho avviato anche una mia azienda agricola di apicoltura con mio marito – spiega – avevamo il terreno tra Brugherio e Monza e facevamo anche nomadismo in Emilia Romagna trasportando le api. Dal 2012 al 2016». L’esperimento è fallito sotto i colpi dei diserbanti, spiega la donna, che vengono usati dai contadini anche nell’erba per tenere lontana l’ambrosia.
«Hanno un impatto terribile sull’apicoltura. Io le mie regine le chiamavo per nome – racconta – come Teodolinda. Quella occupazione è poi diventata un investimento di risorse ed emozioni in continua perdita».
Però anche quell’esperienza ha lasciato la sua traccia, mettendo Irina Petrini in contatto con colleghi di diverse zone, appassionati, persone. Così, per esempio, l’hanno conosciuta e apprezzata i Vigili del fuoco. Ma anche i cittadini comuni che non sanno come liberarsi di un vespaio o che, peggio ancora, faticano a scovarlo. In questo, l’osservazione ha regalato alla brugherese un sesto senso: «Arrivo, guardo, cerco gli elementi ricorrenti e alla fine vado diritta al punto. Non so, sorprende anche me, ma funziona sempre».
L’ambiente e la natura sono per la signora delle api un bene prezioso da tutelare, ma anche una fonte di gioia e un’occasione di incontro. Da poco ha accettato di fare da Cicerone per il gruppo Facebook Slow Walk che organizza in Lombardia uscite nella natura a passo lento, pic nic, visite alle aziende agricole o eventi per famiglie sul consumo sostenibile.
«Ho iniziato da poco con un’uscita nel Parco del Curone – spiega – è stato bellissimo vedere la sorpresa dei bambini quando gli ho mostrato il grappolo di uova di salamandra nel laghetto o quando abbiamo costruito la capanna con i legni raccolti. Ed è stato emozionante per me imbattermi in un’orchidea maculata che avevo visto solo sui libri». Al suo fianco la piccola Sofia, la figlia di 5 anni, temeraria esploratrice in grado di distinguere le innumerevoli specie di api che esistono in natura.