Brugherio: la mostra su Andrea Mandelli alla Giornata mondiale della gioventù a Lisbona

In Portogallo il progetto per ricordare il ragazzo di Brugherio morto nel 1990 per un tumore a meno di 20 anni. In corso la causa di beatificazione.
Andrea Mandelli
Andrea Mandelli

La storia di Andrea Mandelli, il giovane di Brugherio morto il 29 novembre 1990 a nemmeno vent’anni a causa di un tumore osseo, accompagnerà i partecipanti alla Giornata mondiale della gioventù in programma dall’1 al 6 agosto a Lisbona.

La sua vita breve quanto intensa, retta su una profonda fede, si fa testimonianza nella mostra “Ti regalo la mia molla” realizzata dal papà Antonio che la presenterà prima a 600 universitari italiani e poi, giovedì 3 alle 14, nell’auditorium della Fondazione Champalimaud. Con lui ci sarà Giovanna Falcon, autrice alcuni anni fa del libro che dà il titolo all’allestimento, proposto in italiano e in inglese e che, grazie al qr code può essere scaricato in altre lingue tra cui il francese e il tedesco. «L’idea – spiega Mandelli – mi è stata suggerita lo scorso autunno da alcuni amici portoghesi che hanno letto il volume. Ho inviato il progetto all’organizzazione e, in primavera, quando ho ricevuto la risposta ho costruito i contenuti: i pannelli sono stati stampati direttamente in Portogallo».

Brugherio: la vita di Andrea Mandelli, il tumore a 17 anni

La mostra ripercorre la vita di Andrea: la passione per la montagna, il liceo, l’impegno nel gruppo di Gioventù studentesca legato al movimento di Comunione e Liberazione, il tumore che lo colpisce a 17 anni e che lo costringe a cure sempre più invasive ma che non gli toglie l’amore per la vita. La malattia lo spinge ad affrontare «ancora più intensamente ogni incontro e ogni istante, sorprendentemente lieto nel cammino di completo abbandono alla volontà del Signore».

Era consapevole della gravità delle sue condizioni e di quale avrebbe potuto essere l’esito: «Carissimi – scrive agli amici il 27 settembre 1990 – a cosa serve la vita se non per essere data? Io adesso sono a completa disposizione. Non devo più decidere. Chiedere al Signore di sopportare ancora un po’ di fatica, questo sì, lo chiedo e devo chiederlo tutti gli istanti. Ma a questo punto è tutto nelle Sue mani».

Brugherio, il papà: “Andrea ha vissuto il dolore come vocazione”

«Andrea – afferma il papà – aveva una fede già molto solida prima di ammalarsi. Ha vissuto il dolore come una vocazione, un percorso da compiere insieme al Signore». È proprio la capacità di accogliere la chiamata personale il messaggio che lascia ai giovani: «Del resto – aggiunge Mandelli – ricordava agli altri che si può vivere una vita insignificante, da morti». La sua fede si faceva continuamente incontro con Cristo e animava le sue giornate: Andrea era una sorta di vulcano, sempre pronto a organizzare e partecipare a eventi sportivi o culturali. Con Gioventù studentesca è stato, tra l’altro, tra i fondatori dell’associazione Studenti card.

Per lui non è in corso alcuna causa di beatificazione ma, nota il papà, «all’ufficio della Curia di Milano che segue le cause dei santi è depositata una voluminosa documentazione». È possibile richiedere la mostra contattando Antonio Mandelli.