Anant, PATCH e Quickly Pro. Sono questi i team vincitori della terza edizione di BioUpper, che si è conclusa nei giorni scorsi presso il ministero dello Sviluppo economico. Il programma, promosso da Novartis e Fondazione Cariplo con la partecipazione di Ibm e la collaborazione di Cariplo Factory, supporta i giovani talenti che vogliono creare una startup nelle Scienze della Vita. Quest’anno, i team premiati hanno ricevuto un voucher da 180mila euro in servizi ciascuno, da investire nello sviluppo della loro idea. A valutarli è stata una giuria altamente qualificata costituita da esponenti di primo piano del mondo Istituzionale, scientifico, accademico italiano e della startup community.
Le tre idee di business che hanno conquistato i giurati rientrano nei seguenti ambiti di applicazione della dermatologia, assistenza al paziente e fisioterapia.
Tra i premiati c’è anche Quickly Pro che ha progettato un wearable device, collegato ad una app, che guida la deambulazione del paziente e facilita il lavoro dei fisioterapisti. Si tratta, in buona sostanza, di una ginocchiera che proietta dei segnali luminosi sul pavimento, indicando al paziente dove appoggiare i piedi. Un concetto semplice e proprio per questo geniale. Nessuno, infatti, fino ad ora era riuscito a mettere in pratica l’intuizione che invece hanno concretizzato tre giovani fisioterapisti: Manuel Rocco, 29enne di Paderno Dugnano, è uno di loro. Ha lavorato in team insieme a Francesco Rusnati (25 anni di Bussero) e Niccolò Sala (29 di Gazzaniga). La loro scoperta promette di fornire un valido supporto a chi, una volta concluso il periodo ospedaliero torna a casa. E si trova ad affrontare un percorso riabilitativo. Sviluppato con il supporto tecnico degli ingegneri dell’università di Bergamo, il dispositivo “Q-Walk” è stato brevettato. Coloro che dovrebbero beneficiare del rivoluzionario dispositivo sono infatti gli individui con malattie neurodegenerative, in primis i malati di Parkinson, che potranno camminare in maniera corretta anche lontani dall’occhio dello specialista. Questi dovrà impostare il fascio di luce secondo le esigenze specifiche del paziente, stabilendo, di volta in volta, la lunghezza e la larghezza del passo. La ginocchiera, che funziona con normali batterie e viene azionata da una leva, potrà essere utilizzata durante la riabilitazione in ospedale e in studio, ma soprattutto a domicilio, dove il paziente potrà continuare l’esercizio in autonomia. Anche in assenza della supervisione medica. Grazie a un’applicazione, medico e fisioterapista potranno monitorare a distanza il paziente: Basterà uno smartphone per assicurarsi che le ginocchiere stiano lavorando in modo corretto e che si stia facendo esercizio secondo le indicazioni dal medico.