Besana, mensa scolastica e famiglie morose: un debito di 15mila euro

Dopo il caso Limbiate, emerge quello di Besana in Brianza: nel giro di 8 mesi, il debito accumulato nei confronti della nuova società di gestione della mensa scolastica è pari a 15mila euro. L’assessore: «Famiglie correte ai ripari».
Classe lavagna banchi scuola
Classe lavagna banchi scuola Alberto Ceresoli

Nel giro di 8 mesi, il debito accumulato a Besana Brianza nei confronti della nuova società di gestione della mensa scolastica (SerCar) è pari a 15mila euro. A tirare la riga dei conti è Luciano Beretta, assessore all’istruzione che, nell’ultimo consiglio di istituto aperto ai rappresentanti di classe dell’istituto comprensivo Giovanni XXIII, ha evidenziato che «una criticità su questo servizio prepagato esiste. Non è allarmante ma il suggerimento, per tutte le famiglie, è di correre ai ripari il prima possibile. Se dovessero esserci situazioni gravi di difficoltà lavorativa, rivolgetevi agli uffici comunali perché ci sono tutti gli strumenti amministrativi di aiuto. Diversamente, faccio appello al vostro dovere civico e ricordo che con l’andare del tempo, chiaramente, la riscossione diventa coatta».


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E il conto del “dovuto”, aggravato dalle sanzioni, ancor più salato. «A dicembre l’importo a debito era ancora più elevato, poi con le azioni di sollecito l’abbiamo ridimensionato. Fisiologicamente, il debito a fine anno arriva attorno ai 5 o 6mila euro». Ad eccezione dello scorso anno, quando il fallimento della JD service ha complicato le carte in tavola e lasciato uno scoperto ben più nutrito. E comunque non estinto: «Anche i debiti pregressi vanno pagati dalle famiglie al curatore fallimentare. Presto daremo tutte le informazioni dettagliate su come comportarsi».

Al netto dei numeri, «c’è tanta gente che non paga questo servizio. Non arriveremo mai a togliere il pasto a un bambino, assolutamente. Ma serve un’azione di tipo educativo» ha detto il sindaco Sergio Gianni Cazzaniga.

«Da inizio anno stiamo lavorando in maniera sinergica con la scuola perché sia su questo tema, sia su quello della fruizione del servizio di trasporto scolastico, ci sia una riflessione assieme agli studenti e alle famiglie relativa ai diritti e doveri» dice il sindaco. E Beretta: «È altamente positiva la condivisione dei temi». Se rispetto alla mensa il concetto è che «se è diritto di un bambino avere garantito il pasto, è dovere della famiglia contribuirvi», relativamente al trasporto sui bus c’è un’altra parentesi da aprire. «I ragazzi devono capire che è un loro diritto avere questo servizio, e anche che la comunità vi contribuisca – dice Cazzaniga -. Ma è un loro dovere comportarsi correttamente quando sono a bordo dei pullman». Si riscontrano infatti (come già emerso nei mesi scorsi) piccoli episodi di bullismo e maleducazione. Tra le proposte avanzate dai genitori, quella di mandare a bordo dei mezzi dei «nonni vigili volontari».