Nasceva il 21 gennaio di 101 anni fa Eugenio Corti, lo scrittore di Besana in Brianza noto soprattutto per il romanzo “Il cavallo rosso”, pubblicato dalle Edizioni Ares di Milano nel maggio del 1983, un longseller tradotto in numerose lingue che in Italia e all’estero ha riscosso notevole successo. Proprio venerdì 21 gennaio, nel giorno dell’anniversario, Edizione Ares e l’Associazione Culturale Internazionale “Eugenio Corti” hanno organizzato un evento, trasmesso in diretta streaming sulle loro pagine Facebook, per ricordare l’importante compleanno. L’ultimo appuntamento di un ciclo di incontri sui “100 anni dalla nascita di Eugenio Corti” che nel centenario della sua nascita ha riacceso i riflettori sulla produzione di Corti, con l’intento di onorare la memoria dello scrittore e promuovere lo studio delle sue opere.
Al centro dell’evento, a cura di Dario Romano, “Il medioevo e altri racconti”, il romanzo che lo scrittore besanese ha dedicato al periodo storico da lui più amato, il Medioevo, visto come paradigma realizzato della civiltà cristiana. Nel corso dell’incontro, Silvia Stucchi, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e Francesco Righetti, presidente dell’Associazione Culturale Internazionale “Eugenio Corti”, hanno accompagnato gli ascoltatori in un viaggio alla scoperta dell’ultima opera dello scrittore, che racconta la storia della beata Angelina da Montegiove, lontana antenata della moglie di Corti e conterranea della più nota beata Angela da Foligno, premettendo un ampio excursus che valorizza il Medioevo nella storia dell’umanità. «Corti ha fatto della ricerca storica il suo punto di forza. Amava parlare di storia e nei suoi romanzi racconta come queste riflessioni storiche fossero il frutto non solo di studio, ma anche di discussioni, dialoghi e incontri. Lui documentava minuziosamente tutto quello di cui scriveva, sfatando anche diversi miti o leggende della storia» ha spiegato Stucchi.
Il volume, come ha ricordato Dario Romano, è diviso in due parti, la seconda delle quali racchiude una quindicina di testi brevi, scritti nell’arco di un quarantennio, con ricordi di guerra e racconti di amici esemplari di Corti. Tra questi racconti c’è anche un originalissimo ex-voto per san Michele Arcangelo. “Eugenio corti era un fumatore accanito. Negli anni ’70 ha chiesto a san Michele di poter smettere di fumare. Il 29 settembre del ’79, proprio in occasione della festa del santo, improvvisamente non ha più avuto voglia di fumare. Per sdebitarsi ha scritto questo racconto in cui presenta la figura di San Michele nell’antico e nel nuovo testamento, ha sottolineato Righetti. «Questi racconti di carattere soprannaturale che chiudono il libro testimoniano uno dei motivi ispiratori di Eugenio Corti, la sua profonda fede. Eugenio Corti è stato un cattolico tutto di un pezzo, ma non un soprammobile di sagrestia. Per lui la fede è vita vissuta», ha concluso.