Alla fine il ricorso in tribunale per l’accessibilità dell’arengario è arrivato. Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità, lo ha depositato in questi giorni «per chiedere di accertare la condotta discriminatoria dell’amministrazione comunale ai danni delle persone con disabilità». Al centro di tutto le mostre e le manifestazioni organizzate in arengario, struttura priva di ascensore e inaccessibile alle persone con disabilità «e tuttavia – rimarcano della Ledha – scelto dal Comune per eventi di richiamo nazionale e internazionale».
Il ricorso arriva dopo molti mesi di lettere di diffida e contestazioni.
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«Nella sua attività a tutela dei diritti delle persone con disabilità, Ledha compie sempre il massimo sforzo per raggiungere una mediazione con i propri interlocutori -commenta duramente il presidente Alessandro Manfredi-. Purtroppo, in questo caso tutti i nostri tentativi di apertura sono caduti nel vuoto. Nel corso di quasi due anni abbiamo sempre cercato di dialogare con il Comune ma non abbiamo trovato ascolto».
È il 2019 quando il Comune affida a una società privata l’attività di valorizzazione dell’arengario, con l’organizzazione di sei mostre in programma tra settembre 2019 e marzo 2021. Ed è allora che Ledha inizia la sua battaglia.
«Solo nel corso del 2020 – ribadisce la Lega – abbiamo segnalato per ben quattro volte al Comune la violazione delle norme sull’accessibilità e la gravissima discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. Con l’arrivo del 2021, la questione non ha trovato una soluzione». Il Comune ha comunque confermato la decisione di trasferire le mostre all’interno del Serrone di Villa Reale e la volontà di intervenire sull’arengario per renderlo accessibile a tutti.
«Poi, però di fatto la struttura è stata comunque utilizzata per allestire la rassegna artistica sugli acquerelli – insiste Ledha -. Escludere chi ha impedimenti motori e disabilità dalla vita attiva, culturale e di relazioni determina una emarginazione sociale inaccettabile, condizionando la loro piena inclusione sociale nella vita civile della città».
«Ed è per questo motivo che, sebbene con grande rammarico – conclude Giorgio Fumagalli, presidente di Ledha MB – alla fine abbiamo deciso di sottoporre la questione al giudice competente»