Ad Arcore si continua a parlare di via Monte Rosa: troppo pericolosa ora che numerose nuove attività commerciali vi si sono insediate. In settimana gli uffici comunali, su indicazione degli assessori Fausto Perego e Roberto Mollica Bisci, hanno tratteggiato un progetto viabilistico che potrebbe risolvere la situazione prima di altri incidenti, magari più gravi di quelli successi di recente.
LEGGI Arcore, ciclista investito in viale Monte Rosa
LEGGI Arcore, incidente in via Monte Rosa: impatto violento, tre feriti
Il disegno è ancora tutto da condividere con la Provincia, perché la strada è di competenza provinciale e l’incontro previsto giovedì è stato rinviato causa neve. L’impostazione generale comunque è chiara.
Si ipotizzano due rotatorie di dimensioni ridotte sull’asse principale, una all’altezza dell’incrocio con via San Martino, l’altra in corrispondenza della nuova palestra, più verso il centro commerciale Gigante.
«Si pensa inoltre – spiega Perego – di realizzare un cordolo centrale in modo da evitare il cambio corsia e da costringere in rotonda ogni attraversamento. Sarebbe poi sistemata la parte tra carreggiata e attività commerciali con una sorta di controviale». Infine la messa in sicurezza da parte dei privati delle uscite dalle loro attività.
La questione in questo caso non ha a che fare con il traffico, quanto con la sicurezza dei pedoni. Oltre alla attività commerciali consolidate da tempo, come Kasanova e Agrate Carni, ci sono quelle nuove e in via di insediamento. Si parla della palestra, ma anche di una possibile apertura di un punto vendita Aldi, catena di supermercati tedesca che sta già completando la realizzazione di un primo negozio nell’ex area Lamperti. Il centro troverebbe sede in un capannone industriale dismesso e riconvertito, poco prima della palestra, un tempo sede della Rextex.
Per passare dalla teoria alla pratica però occorrerà un confronto con l’ente provinciale e soprattutto un ragionamento sulle coperture economiche. Una delle due rotatorie potrebbe essere realizzata a scomputo oneri proprio da operatori che stanno realizzando nuovi insediamenti, il secondo manufatto richiederebbe l’intervento della Provincia.