Quattordici giorni consecutivi con il Pm 10 oltre la prima soglia di allarme del protocollo regionale Aria, che ormai si sa è di 50 microgrammi per metro cubo d’aria. A Pavia, con le polveri sottili a quota 99 microgrammi, l’assessore all’Ambiente martedì ha consigliato ai suoi cittadini di evitare di stare all’aria aperta e di non usare l’auto. Novantanove. I dati della Brianza per il 30 gennaio dicono: 178 microgrammi registrati dalla centralina Arpa fissa di via Machiavelli a Monza, 146 in quella di Monza-Parco, 171 a Meda. Quello di via Machiavelli è il dato peggiore di tutta la Lombardia (segue Bergamo a 172, Milano 169). E, siccome i record sono fatti per essere battuti, martedì la media provinciale ha detto 172,5: 179 microgrammi a Meda, 166 a Monza-Parco e, per ultimo tra le comunicazioni, 180 in via Machiavelli.
Nello stesso periodo del 2016 il picco era stato di 172 il 30 gennaio, ma era sembrata un’eccezione in un trend tra 58 e 107.
La fotografia della pianura per Arpa è una macchia viola, che è anche l’ultimo colore nella scala del pericolo. E allora non resta che sperare nella pioggia, praticamente assente da più di due mesi e prevista da giovedì 2 febbraio. Attesa davvero come l’acqua nel deserto per correre in aiuto alle misure del blocco feriale dei veicoli più inquinanti e dell’abbassamento a 19 gradi dei riscaldamenti.
Gli esperti prevedono una serie di peggioramenti a più riprese “con piogge in pianura e la tanto attesa neve sulle Alpi”. Previsioni da confermare ipotizzano possibilità di neve anche in pianura per la prossima settimana.
“Negli ultimi quattro anni in Lombardia non si è respirata aria peggiore”, sottolinea Legambiente analizzando i dati che dicono che Monza ha già sforato i limiti per 20 giorni nel 2017 (Cremona per 27).
«Non si salva nessuna provincia e la situazione non migliorerà nei prossimi giorni con le flebili piogge attese – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Si tratta della dimostrazione che il problema è ormai strutturale e che è urgente non solo applicare le misure previste dal Tavolo Aria, ma tornare a riunirsi per definire provvedimenti. Regione Lombardia ha già perso troppo tempo attendendo che i Comuni recepissero su base volontaria le linee d’intervento. Gli strumenti, seppur parziali e migliorabili, ci sono, la salute dei cittadini non può attendere oltre».