Addio, vecchio ufficio: da tutta Italia alla Scuola Agraria di Monza per rifarsi una vita

Arrivano da tutta Italia per formarsi nel verde grazie alla Scuola Agraria del Parco di Monza. E lo fanno ancora di più dopo due anni di lockdown.
La Scuola Agraria di Monza nel Parco
La Scuola Agraria di Monza nel Parco Fabrizio Radaelli

Arrivano da tutta Italia a Monza per trovare un lavoro all’aria aperta. La parola d’ordine è green. C’è chi vuole cambiare vita, chi è in cerca di una occupazione, chi insegue i propri sogni.  L’effetto pandemia si è sentito anche a Cascina Frutteto nel Parco, dove si trova la Scuola Agraria: un boom di iscrizioni ai corsi proposti ogni anno. 

Ad iscriversi ci sono infermieri che con la pandemia hanno rischiato il burn out e ora vogliono abbandonare i reparti per dedicarsi al verde, ci sono stati piloti di aereo nei mesi in cui erano bloccati a terra. Cristina Sponghi, 43 anni di Bologna, da marzo vive a Monza, nel convitto da 20 posti letto di Cascina Frutteto.  «Ho lavorato a lungo come educatrice -spiega- poi durante il lockdown mi sono ritrovata bloccata in campagna e ho scoperto quanto può essere bello occuparsi del verde, passeggiare nei boschi, prendersi cura delle piante». 

Scuola Agraria: futuro da giardiniere

Così dopo un primo corso professionale in Emilia Romagna è approdata con il passaparola a Monza dove è una delle pochissime donne iscritte al corso di 600 ore di giardiniere professionale. Sotto la guida della docente Laura Bassi impara le tecniche della potatura, del riconoscimento degli alberi della loro manutenzione.  «È un’esperienza meravigliosa – racconta Cristina prima di infilarsi guati e caschetto per raggiungere i compagni – abbiamo seguito la parte teorica a distanza, ora si tratta di fare pratica in vista dell’esame il 4 ottobre». 

Scuola Agraria: l’arte floreale

Al corso di arte floreale invece la maggioranza è femminile. C’è chi arriva da Mantova tutti i giorni, chi da più vicino. C’è chi un lavoro ce l’ha, ma ha preso le ferie per seguire un corso che forse darà una svolta alla vita. «Sono un’impiegata- dice Samantha- ma non ne posso più di un lavoro sedentario in ufficio, so che vorrei un lavoro manuale e creativo». Analogo commento di Saverio, illustratore: «Per me l’arte floreale è un complemento del mio lavoro di disegnatore, in fondo i fiori sono una scultura in tre dimensioni».