La favola, un po’, assomiglia a quella di Pinocchio, detto che Topo Gigio è un po’ meno scapestrato del burattino di Collodi. E poi c’è un’altra differenza: la creatura di Geppetto è fatta da un tronco di legno. Quella di Maria Perego, la mamma del topolino che conversava con Mago Zurlì, in moltoprene, una spugna sintetica dai pori finissimi e densi che veniva prodotta in un’azienda della Brianza.
Insomma: il topo più tenero della televisione italiana è nato tra il Lambro e l’Adda. Lo aveva raccontato la stessa Perego, scomparsa giovedì 7 novembre a Milano, in un libro di quattro anni fa, pubblicato da Marsilio: “Io e Topo Gigio. Vita artistica e privata di una donna straordinaria” (2015, 288 pagine, 18,50 euro) in cui la veneziana trapiantata a Milano aveva raccontato anche la genesi del pupazzo che avrebbe più tardi duettato e dialogato con Ed Sullivan, Louis Armstrong, Ichikawa, Hugo Pratt, Michael Jackson, Lucio Dalla, John Wayne, Frank Sinatra. Il debutto televisivo risale al 1959 nella trasmissione Rai “Alta Fedeltà”, con la voce di Domenico Modugno e la sua nascita è in quei mesi di sessat’anni fa.
Maria Perego, nata nel 1923, autrice televisiva e artista dell’animazione, raccontava di essere insoddisfatta dei burattini di cartapesta: poco adatti per la tv, con il loro aspetto, quelle rughe. Poi un giorno, l’incontro. “C’era una volta un alberello di Natale piccolo e strano, ritagliato in un pezzo di spugna verde. La spugna era un materiale allegro perché composto di tante particelle luminose mescolate a delle altre belle morbide – si legge ancora sul sito ufficiale di Topo Gigio – Un giorno davanti a lui si fermò di colpo, come folgorata da qualche cosa, una ragazza bionda e si mise a guardarlo con interesse. Poi se ne andò ma ritornò su i suoi passi e entrò nel negozio. Dopo un po’ l’alberello si trovò avvolto in un fazzoletto di seta dentro alla borsa della ragazza”.
E ancora: “Perché vi ho raccontato dell’alberello di Natale, vi starete certamente chiedendo ? Perché l’alberello di Natale è stato il mio antenato o precursore. E se avrete la pazienza di seguirmi non vi sembrerà poi così strano. Quello che aveva colpito la ragazza, che altro non era che Maria Perego, era il materiale con il quale era fatto l’alberello: una plastica speciale morbida e luminosa con la quale avrebbe potuto costruire quei tipi di pupazzi che da tempo sperava di aggiungere al suo già ricco repertorio di Arlecchini Pulcinella, maghi, streghe,principi, principesse etc. etc”.
Il moltoprene, appunto, un poliuretano intrecciato che oggi si può ancora trovare in imbottiture, per esempio, come isolante, oppure più facilmente nei rulli da imbianchino. “Non ve la sto a fare troppo lunga ma Maria, felice di aver trovato quel materiale, si mise subito alla ricerca e come in tutte le fiabe che si rispettano dopo molti e molti giorni finalmente in un paesino della Brianza trovò la fabbrica dove si costruiva quel prezioso materiale”.