Se il polo è il re degli sport, Alberto Galantino era il suo indiscusso sovrano. Si è spento domenica 9 settembre il monzese che, negli ultimi decenni, a suon di trionfi e di vittorie ha riscritto la storia di questo sport, conquistando dieci volte il titolo di campione italiano: nessuno, prima di lui, era arrivato a tanto. A strapparlo prima del tempo alle sue passioni e agli affetti, a cinquant’anni, una grave e rara malattia.
«Alberto – spiegano i familiari – è entrato nel mondo del polo poco più che bambino: aveva dodici, tredici anni quando il padre, Arnaldo, l’ha avvicinato a questa disciplina».
A soli quattordici anni la vittoria del primo campionato. Da quel momento Galantino (nella foto del Polo club Argentario su facebook) non si è più fermato: nel suo palmarès si contano vittorie anche a livello europeo, medaglie d’argento e altri importanti riconoscimenti.
«Non riusciva a stare lontano dal podio – hanno proseguito i familiari – perché il polo era la sua passione e in quello eccelleva. Gli veniva naturale trasmettere il suo entusiasmo al resto della famiglia, a tutti quelli che gli stavano vicino».
Gareggiava spesso in squadra con il fratello e, in un secondo momento, anche con i nipoti: «Il polo è uno sport che richiede coraggio, astuzia, prestanza fisica, capacità di stabilire una connessione forte con il proprio cavallo: Alberto era tutto questo, possedeva tutto questo».
Molto conosciuto in città, aveva sempre un sorriso per tutti: «Se qualcuno era in disaccordo, lui interveniva per portare la pace. Era gioioso, vitale», hanno ricordato anche tanti amici, colleghi e conoscenti che in queste ore stanno riempiendo bacheche social e pagine dei necrologi nazionali stringendosi attorno alla sua compagna, alla figlia, ai genitori e ai fratelli e alle sorelle. I funerali si svolgeranno alle 10 di martedì 11 settembre, alla chiesa di San Biagio, a Monza.