Duomo di Monza gremito e non solo di autorità per l’ultimo saluto, mercoledì pomeriggio, a Walter Mapelli, già sostituto procuratore a Monza per trent’anni e poi, dal 2016, procuratore capo a Bergamo. Il vangelo di Giovanni ha fatto da preludio all’omelia di monsignor Silvano Provasi che di Mapelli ha detto: «Che la sua professione e vocazione, servizio per il bene comune, diventino veramente forza di giustizia contro l’arroganza della illegalità e contro la violenza del male».
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A commuovere prima la figlia Francesca che, con la voce rotta dall’emozione e in nome anche del fratello Marco, del padre ha ricordato la dedizione e l’impegno nel lavoro e nella famiglia: «che ha onorato e servito fino all’ultimo giorno». E poi la moglie Laura che ha ringraziato il marito per esserle stato al fianco: «per 36 anni della tua preziosa vita dei quali rimangono tanti dolci ricordi che mi daranno il coraggio di affrontare il futuro in modo nuovo, diverso, ma sempre con te vicino» e ne ha ricordata la malattia: «sopportata per due lunghi anni con dignità, forza e pazienza con ogni giorno vissuto intensamente come fosse l’ultimo, un immenso dono di vita durato, rispetto al previsto, 23 mesi e otto giorni».
Fuori dalla Chiesa è stato ricordato dai colleghi a cominciare da Olindo Canali e dal suo ex capo a Monza, Antonino Cusumano che, impossibilitato a partecipare ha inviato un messaggio «al mio ragazzo». A omaggiarlo anche il giudice Giuseppe Airò e il pm Donata Costa, Francesco Greco, capo della Procura di Milano, la giornalista Milena Gabanelli, amica per il cui programma (Report) Mapelli è stato intervistato più volte