A Cesano Maderno per raccontare lo scandalo delle spese in Ferrovie Nord: un caso per una nuova legge

A Cesano Maderno l’incontro con Andrea Franzoso, l’ex funzionario di Ferrovie Nord che nel 2015 denunciò lo scandalo delle spese pazze dell’allora presidente della società Norberto Achille. Una vicenda che ha pagato cara, ma «l’ho fatto perché è giusto. Punto e basta».
Cesano Maderno, Andrea Franzoso all’incontro organizzato da Brianza Sicura - foto Marzorati
Cesano Maderno, Andrea Franzoso all’incontro organizzato da Brianza Sicura – foto Marzorati Redazione online

«L’ho fatto perché è giusto. Punto e basta». Nonostante un terremoto abbia sconvolto la sua vita Andrea Franzoso, 39 anni, l’ex funzionario di Ferrovie Nord che nel 2015 denunciò lo scandalo delle spese pazze dell’allora presidente della società Norberto Achille, è sereno. Non ha più un lavoro. Dopo la denuncia era stato spostato ad altro incarico a fare praticamente nulla e con la società ha raggiunto un accordo consensuale. Non è un licenziamento, ma la sostanza è quella. Franzoso però vede positivo.

Protagonista di un incontro che si è tenuto a Cesano Maderno, organizzato da “Brianza Sicura”, ha parlato dei grandi cambiamenti come un nuovo inizio.
«Non m’interessa fare carriera, ma essere in pace con me stesso. Il mio è stato un atto di disobbedienza civile. Il paese ha bisogno di aria pulita di onestà».

Franzoso sapeva benissimo a cosa andava incontro. Ex carabiniere quando ha presentato denuncia gli misero sul piatto tre opzioni: anonimo, fonte confidenziale o denuncia firmata. Per l’ultima gli dissero che rischiava delle ritorsioni, ma lui non ebbe dubbi e sotto quella denuncia scrisse nome e cognome. In seguito il presidente Achille si dimise, restituì parte dei soldi alla società. Ad oggi però il processo non è ancora iniziato. Lieto fine? Non proprio.

Intorno a d Andrea Franzoso dopo la denuncia si è fatto il vuoto da parte dei colleghi e lui venne messo in un angolo e costretto a lasciare quel luogo che gli era diventato ostile, seppur avesse denunciato 430mila euro di soldi della società, una società al 72 per cento pubblica, spesi dall’allora presidente in conti al ristorante, multe, quadri antichi, persino film porno.Ora è un po’ il simbolo di quell’Italia che vuole cambiare.

L’associazione “Riparte il futuro” ha preso il suo caso da esempio per la campagna di raccolta firme finalizzata a chiedere al Parlamento Italiano una legge per difendere i whistleblower: chi denuncia la corruzione sul posto di lavoro.

Fnm, a seguito delle dichiarazioni di Francoso, ha rilasciato, per bocca dell’avvocato Claudio Morpurgo, una nota sulla vicenda: «Franzoso non è stato licenziato da Fnm né è stato costretto a licenziarsi. La decisione di interrompere il rapporto di lavoro è stata presa di comune accordo dalla società e dal dipendente. Franzoso riteneva di essere stato discriminato e messo ai margini in quanto portatore di valori di legalità e giustizia dopo aver denunciato parte dei precedenti vertici aziendali. Il tribunale di Milano ha rigettatoil ricorso non essendo stata provata la presunta discriminazione. Questo è l’unico fatto rilevante e non a caso Andrea Franzoso non ha impugnato la decisione».