I monzesi meno giovani sicuramente conservano il ricordo di quello strano sabato 26 febbraio 1977. Alle 13.15 con un gran boato la vecchia chiesa di san Biagio, in via Prina a Monza, era crollata, anzi collassata, all’improvviso. Era un edificio settecentesco che era stato costruito in un quartiere già popoloso e vivace all’epoca. Infatti, in un documento stilato dal notaio Francesco Antonio Fossati si legge che la chiesa che già esisteva era “insufficiente per la popolazione della parrocchia” ed era quindi necessario un nuovo luogo per il culto.
C’è anche da ricordare che la parrocchia di san Biagio era stata l’ultima ad essere fondata nella seconda metà del Cinquecento da san Carlo Borromeo. Negli anni Settanta del secolo scorso esisteva già l’attuale chiesa ma alla vecchia costruzione, non più aperta al culto, i sambiagini erano molto legati. C’è chi dice di aver avvertito in precedenza degli strani scricchiolii, chi non si è mai accorto di nulla.
A qualche settimana di distanza emerse che un mese prima dell’incidente era stato effettuato un sopralluogo tecnico che aveva escluso pericoli di cedimenti strutturali tant’è che l’indagine aperta dalla magistratura fu archiviata. Comunque, il crollo e l’enorme polverone che si era sollevato avevano sconvolto l’intero rione e tanti monzesi che, pur residenti in altri quartieri, guardavano con venerazione a quell’antica parrocchia. In un primo momento si temette che qualcuno fosse rimasto sotto le macerie. I vigili del fuoco scavarono alacremente alla ricerca di possibili vittime ma le uniche a rimetterci furono solo alcune automobili parcheggiate nei pressi. L’ora di pranzo aveva sicuramente evitato la presenza di persone.
L’allora parroco don Mario Tomalino disse che “se non si è fatto male nessuno è un miracolo di san Biagio”. In piedi rimasero solo il campanile, poche strutture dell’abside e della facciata e la parte iniziale della navata che poi vennero demoliti. La notizia fu riportata non solo su il Cittadino ma fece il giro della stampa nazionale e persino d’oltreoceano. L’Herald Tribune pubblicò la notizia lunedì 28 febbraio con una fotografia dell’Associated Press. Per ricordare la vecchia chiesa don Tomalino fece togliere dalle pareti rimaste in piedi gli affreschi che furono recuperati e poi collocati nella nuova chiesa parrocchiale.