Chi ha partecipato a “Trame di luce” nel periodo prenatalizio 2023 ricorderà di essere passato sotto i faggi penduli dei giardini di Villa reale, di aver sostato sotto le lanterne appese ai rami in una sorta di grotta suggestiva. Una delle prime tappe del percorso tra le suggestioni del progetto.
Monza: esposto in procura per il faggio morto dopo le Trame nel parco, la denuncia del Comitato
Ebbene, quella grotta naturale era il frutto di “capitozzature” importanti di rami del diametro di anche 20 centimetri, di una potatura, fuori tempo massimo, per consentire l’apertura di due varchi per il passaggio dei visitatori.
Un’operazione che non era passata inosservata ai promotori del Comitato per il Parco che sostengono questa lettura e che avevano già scritto ai vertici del Consorzio, di Parco Valle Lambro e alla Soprintendenza, senza ottenere risposta.
«Ora abbiamo effettuato un sopralluogo con un micologo qualificato, dopo aver ricevuto decine di segnalazioni da parte dei frequentatori del Parco – spiega Bianca Montrasio, portavoce del Comitato – Il professionista ci ha confermato che dei dieci faggi che formano un cerchio, un albero è morto e gli altri sono attaccati dal fungo schizzapillum che trova terreno fertile su una pianta indebolita da capitozzature drastiche, effettuate in un momento di sofferenza dopo i nubifragi dell’estate 2023, seguiti da un periodo di siccità».
Con l’esposto consegnato in procura Il Comitato chiede di far chiarezza sull’intera vicenda.
«Stiamo parlando di un danno permanente – spiega l’avvocato del Comitato, Roberto D’Achille – a un patrimonio pubblico, a un monumento verde. Dobbiamo iniziare a riflettere sul fatto che una pianta centenaria ha lo stesso valore di un’opera d’arte e come tale va preservata ed è già tutelata dalla normativa dei beni culturali».
Sicuramente il cerchio dei faggi penduli ha almeno cento anni: «Abbiamo ritrovato una foto dell’archivio Valdemaro del 1933 – spiega sempre Bianca Montrasio – in cui erano ben visibili».

Monza: esposto in procura per il faggio morto dopo le Trame nel parco, i tempi
A chi obietta che è trascorso un anno e mezzo dalla manifestazione il Comitato replica: «Abbiamo avuto il tempo necessario per verificare che il danno è stato irreversibile perché le piante non hanno avuto la forza di rigenerarsi». L’esposto vuole essere anche un ulteriore atto, come quello presentato dopo il concerto di Ligabue (che si chiuse con una richiesta di archiviazione), per riaffermare che il Parco non è il luogo adatto per manifestazioni di questo tipo».
«È arrivato il momento di valorizzare il Parco – dicono dal Comitato – per quello che è: un monumento verde che non ha bisogno di altro per esaltarne la bellezza».
Per la cronaca la manifestazione “Trame di Luce” non ha avuto seguito, gli organizzatori non hanno voluto replicare. “Troppi i costi – avevano fatto sapere – rispetto ai benefici». «Il Consorzio aveva una fideiussione da 80mila euro – conclude Montrasio – e ha richiesto il pagamento di 8mila per la copertura dei danni. Pochissimo rispetto al danno che è stato arrecato ai giardini reali».