È un micromondo quello che ogni mattina si ritrova in via Montevecchia a Monza, davanti agli sportelli dell’ufficio immigrazione della questura. In fila sul piazzale persone che arrivano da paesi vicini e lontani: hanno vissuti simili o assolutamente distanti tra loro, conoscono poco o bene l’italiano, ma tutte hanno la necessità di sbrigare quelle pratiche burocratiche, forse un po’ ostiche, che sono necessarie alla loro permanenza in Italia.
Monza: la Cri in questura, servizio prorogato fino al 30 giugno
Fino al 30 giugno continueranno a dar loro una mano i volontari della Croce rossa di Monza (e di alcuni altri comitati dei dintorni): sono complessivamente una ventina ad aver offerto la loro disponibilità. Due per ogni turno, prestano servizio ogni giorno, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13. Un servizio sperimentale che «ha preso il via all’inizio del mese di giugno dello scorso anno e che, a oggi, a ogni sua scadenza è stato prorogato», vista la sua utilità: lo spiega Stefania Zeri, responsabile del progetto nato per soddisfare una richiesta che è arrivata direttamente dagli uffici di via Montevecchia, aggiungendo così, tra quelli da offerti dalla Cri al territorio e alla sua popolazione, un nuovo servizio a supporto di quanti si trovano in difficoltà o hanno bisogno di particolare assistenza.
«L’età media dei richiedenti è piuttosto bassa: si tratta perlopiù di ragazzi e di giovani adulti tra i venti e i quarantacinque anni. In questi mesi abbiamo visto pochi over cinquanta, se non per motivi familiari. Al momento – prosegue – sono molte le richieste di rinnovo dei permessi di protezione speciale, e parecchi cittadini di nazionalità ucraina stanno chiedendo la conversione al lavoro del loro permesso di soggiorno».
Monza: la Cri in questura, circa 150 persone in media ogni giorno
Ogni giorno gli accessi sono numerosi: «In media sono circa 150, ma a seconda dei periodi possono essere anche di più. Per noi volontari – continua Zeri, avvocato, in Croce rossa dal 2018 e attualmente consigliere per le pari opportunità del direttivo presieduto da Guido Compatangelo – si tratta di un servizio che impegna tanto. Ogni volta che crediamo di aver imparato tutto o quasi e di poter rispondere con sicurezza alle diverse richieste, si presenta qualcuno con necessità ancora differenti, per cui cerchiamo tutte le soluzioni possibili».
L’attività dei volontari di Croce rossa spazia dall’assistenza sul posto all’indirizzamento ai servizi territoriali più adatti a risolvere questa o quella necessità, che magari non richiede nemmeno un confronto con i funzionari dell’ufficio immigrazione: «C’è anche chi ci chiede come fare per trovare lavoro, ad esempio. Tra le pratiche più frequenti anche i ricongiungimenti familiari o i permessi di soggiorno per poter accedere alle cure del sistema sanitario nazionale, soprattutto, questi ultimi, da parte di persone che provengono dai paesi dell’est Europa. Tanti anche i sudamericani, dal Perù ad esempio», solo di recente entrato nella lista ministeriale dei paesi di origine considerati sicuri.
«La presenza di noi volontari è stata bene accolta sia dagli uffici della questura», spesso sotto pressione, «sia dall’utenza», che trova così ascolto e supporto.