C’è da trovare una collocazione ai cimeli di un sodalizio che ha fatto la storia della pesca sportiva. Perché la Pescatori Monzesi 1889 è la società più vecchia d’Italia, e probabilmente d’Europa, in questo settore. I “pastalit”, soprannome con il quale queste “lenze” erano conosciute in Brianza tanti anni fa, hanno perso la loro casa non per uno sfratto, ma per la necessità di vendere la sede di proprietà di via Spalto Isolino. Le spese di gestione di questi due locali erano ormai diventate troppo elevate per una società formata soltanto da 23 persone.
I Pescatori Monzesi 1889 vendono la sede, troppe spese per l’associazione in calo di iscritti
Un calo conseguenza della crisi dell’associazionismo, non solo pescatorio. Gli spazi erano di proprietà della Pescatori Monzesi 1989 già prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale. Al termine del conflitto, il numero dei soci, tra vecchi e nuovi, era salito velocemente, fino ad arrivare a 300. Ma ancora nel 1989, anno del centenario, i soci erano un centinaio. La società aveva anche pubblicato un libro sul primo secolo di vita, per poi stampare un aggiornamento in occasione del 120simo di fondazione. La sede veniva tuttora utilizzata per le riunioni in preparazione delle uscite pescatorie, per festeggiare qualche ricorrenza, per scambiare quattro chiacchiere. E qui ovviamente erano custoditi tutti gli oggetti legati a una vicenda lunga ormai 136 anni: libri, coppe, trofei, stendardi.
I Pescatori Monzesi 1889 vendono la sede, i soci cercano una sistemazione: la società è sempre operativa
Per questo materiale i soci cercano appunto una sistemazione. «In pratica – spiega Angelo Casiraghi, socio e già presidente per 25 anni – lanciamo un appello al Comune, a enti, ad associazioni e ai privati. Cerchiamo un posto dove sistemare i nostri cimeli. Si potrebbe pensare anche a un’esposizione. Si tratta di oggetti che fanno comunque parte della storia della nostra città».
«Lasciare la nostra sede – commenta il presidente Walter Barlassina, succeduto a papà Vittorio, morto nel 2022 – è una cosa molto triste. Ma non c’erano alternative».
«Le società come la nostra – precisa il cassiere Ambrogio Perego – si basano sul tesseramento dei soci. Le entrate erano ormai troppo esigue. Siamo stati costretti a questa decisione». La società è sempre operativa: sei soci fanno parte del gruppo di volontari che assicura la puntuale gestione del laghetto della Boscherona.
Ma gli epici tempi dei “pastalit” e dei “luruch” sono ormai irrimediabilmente lontani. Il primo soprannome deriva dal fatto che i soci, una volta, avessero l’abitudine di terminare i pranzi leggermente appesantiti, appunto “impasta’”. I “luruch” erano invece i cugini della Società Pescatori Ancora, fondata nel 1897 e scioltasi nel 1982. Quelli dell’Ancora, come i barbagianni ( “luruch”) si aggiravano di notte lungo il Lambro.