Travolto e ucciso sulla Statale 36: processo a febbraio per il seregnese ubriaco e senza patente

Processo a febbraio per il trentenne di Seregno che provocò la morte del giovane Chetra Sponsiello in un incidente stradale in Valassina nel mese di maggio. Il brianzolo era risultato ubriaco e senza patente, dovrà rispondere di omicidio stradale.
Incidente mortale Valassina monza 17 maggio 2019
Incidente mortale Valassina monza 17 maggio 2019 Cristina Marzorati

Processo a febbraio per la morte del giovane Chetra Sponsiello, il 22enne di Civate morto lo scorso maggio in viale Lombardia a Monza, dopo essere sceso dall’automobile a seguito di un banale tamponamento, ed essere stato successivamente travolto da un’automobile piombata a gran velocità sul luogo dell’incidente.


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Chetra Sponsiello – da Facebook

Secondo quanto appreso, l’imputato, il 35enne di Seregno F.D.B., nei confronti del quale la procura ha formulato richiesta di giudizio immediato, ha scelto di avvalersi del rito abbreviato davanti al gup (udienza fissata il prossimo 13 febbraio). L’uomo era stato arrestato qualche giorno dopo il fatto e portato in carcere, per poi essere trasferito agli arresti domiciliari.

Secondo le accuse era lui che, alle 22.50 del 17 maggio, guidava ubriaco sotto la pioggia la Opel Corsa arrivata sulla scena di un primo tamponamento, verificatosi tra la Seat Ibiza nella quale viaggiavano il povero Chetra e la sua fidanzata ventenne di Olginate, e un’Audi A4. Il fatto era successo lungo la Statale 36, prima dell’imbocco del tunnel di viale Lombardia.


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Quando Chetra Sponsiello e il conducente dell’Audi erano scesi per constatare i danni, il primo era stato travolto e ucciso, mentre il secondo era riuscito a mettersi in salvo scavalcando il muretto che divide le due carreggiate. La tragica serata aveva fatto registrare altri tre feriti, nessuno dei quali in pericolo di vita. Il 35enne seregnese, trovato positivo all’alcoltest (quasi tre volte sopra il limite di legge), nelle ore successive al fatto aveva negato di essere lui l’uomo al volante, addossando la colpa a chi, in quel momento, si trovava di fianco in macchina, ma, contro di lui, gli agenti avevano raccolto la testimonianza di un altro automobilista, estraneo alla dinamica dell’incidente, ma che si era trovato vicino alla scena in quei drammatici momenti.

Era emerso inoltre, che il trentacinquenne si fosse anche allontanato a piedi dal luogo del sinistro. Per questo motivo, la procura ha contestato anche l’accusa di omissione di soccorso, oltre a quella ovviamente di omicidio stradale. Ad aggravarne la posizione, inoltre, si era aggiunta la circostanza che non avesse mai conseguito la patente di guida. Inizialmente era rimasto a piede libero. Di seguito, dopo gli accertamenti più approfonditi della polizia stradale, era stato arrestato in virtù di un ordine di carcerazione. Sponsiello viveva in provincia di Lecco, a Civate. Era nato in Cambogia ed era stato adottato in tenera età assieme alla sorella, da una coppia di genitori lecchesi.