Nuove regole antismog in Lombardia: cosa cambia (anche a Monza e Brianza)

La Lombardia fa scattare le misure antismog dall’1 ottobre, anziché dal 15 del mese, per uniformarsi alle regioni del Bacino padano. Le novità delle misure di emergenza per le auto: l’applicazione nei Comuni con più di 30mila abitanti e 4 giorni consecutivi con Pm 10 oltre 50 mg per metro cubo per limitazioni ai privati fino a diesel Euro 4 compreso.
smog brianza vista da montevecchia
smog brianza vista da montevecchia Redazione online

La Lombardia anticipa e fa scattare le misure antismog dall’1 ottobre, anziché dal 15 del mese, fino al 31 marzo 2018 (anziché il 15 aprile). Lo ha deciso la Giunta regionale per uniformarsi alle altre regioni del “Bacino padano”, l’alleanza siglata a giugno con Ministero dell’Ambiente, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna per contrastare l’inquinamento, nell’ambito del Piano regionale degli interventi per la qualità dell’aria (Pria).


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Per i motori più inquintanti la stagione dei divieti è prevista dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 (esclusi i festivi infrasettimanali). Soprattutto la delibera prevede l’applicazione delle misure temporanee antismog del piano regionale “Aria” nei Comuni con più di 30mila abitanti (in provincia di Monza sono sette e oltre al capoluogo sono Lissone, Seregno, Desio, Cesano Maderno, Limbiate e Brugherio più Paderno Dugnano) e l’anticipo a quattro giorni consecutivi con il Pm 10 oltre la prima soglia di allarme (50 mg per metro cubo) con limitazioni temporanee per le auto private fino a diesel Euro 4 compreso. Fino all’anno scorso i giorni erano sette e in seguito ad adesione volontaria dei Comuni al Piano (ancora prevista con meno di 30mila abitanti, nel 2016 aveva coinvolto un numero risibile di Comuni della Provincia brianzola). Rinviato ancora, all’ottobre 2018, il fermo per i diesel Euro 3 già annunciato per ottobre 2016 e poi sospeso.

La delibera prevede anche nuove limitazioni all’installazione e all’utilizzo dei generatori di calore a biomassa legnosa sulla base della classificazione ambientale .

«È stato ripreso il protocollo sottoscritto dalla Lombardia e da Anci lo scorso anno per le misure temporanee omogenee che, in base all’aumento delle concentrazioni degli inquinanti, in particolare Pm10, saranno applicate congiuntamente in tutte e quattro le regioni del bacino padano», ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Terzi.

«Inoltre – ha continuato – lo scorso agosto ho mandato una lettera al ministro Galletti, sottoscritta anche da alcuni sindaci lombardi, per ribadire la necessità di porre particolare attenzione al controllo in automatico dei veicoli con l’uso di telecamere omologate e alla riduzione della velocità, oltre ad altri strumenti di controllo della circolazione dei mezzi per il trasporto delle merci in autostrada».

Critico il Movimento 5 Stelle in Regione, secondo cui “manca una visione a lungo termine”. «In Lombardia per il solo Pm 2,5 sono stimate almeno 10mila morti ogni anno – ha commentato Gianmarco Corbetta – Le misure adottate sono totalmente insufficienti: basta ai rinvii del blocco dei diesel euro 3. Rendere i divieti di circolazione vincolanti solo per i comuni al di sopra dei 30mila abitanti è davvero ben poca cosa. I tavoli di confronto e i piani aria se non sono supportati da ingenti risorse servono a poco o nulla e in questo caso le risorse stanziate sono risibili».