«La cosa che mi importa è che mia figlia mi vuole bene e si merita genitori che dialoghino volando alto e non solo di mere faccende pecuniarie. Magari di arte, ogni tanto».
Si conclude così un lungo post in cui Morgan interviene sulla vicenda della casa monzese pignorata per non aver pagato gli alimenti ad Asia Argento per la figlia. Uno sfogo nel quale il musicista monzese ripercorre la sua vita, dal lutto per la morte del padre , alla necessità di lavorare già a 16 anni «per continuare a campare» fino alla fine della storia con Asia Argento e all’intervento dei giudici: «Quando i tribunali hanno stabilito gli assegni, nello stupore dei miei avvocati che tentavano di farmi ridimensionare le somme rispondevo: «no, è giusto, voglio che sia così, che i miei figli possano avere tutto».
Tutto è cambiato con la scoperta del debito con l’Agenzia delle entrate: «Io in testa non ho l’ossessione di arricchirmi, ma gli accordi, i ritornelli e gli arrangiamenti….I soldi li facevo gestire di volta in volta a professionisti, i cosiddetti commercialisti….Da un giorno all’altro vengo a sapere che ho un gigantesco debito con l’Agenzia delle entrate, accumulatosi in dieci anni di tasse non pagate. Non sapevo nulla perchè nessuno me lo aveva detto».
Morgan racconta di avere sempre pagato gli alimenti in automatico, anche se poi si è verificato il problema con il fisco. Non se la prende con Asia («Sono certo che lei non c’entra nulla con questa faccenda….lei che vive tra Parigi e Los Angeles in case meravigliose e che lavora con i più grandi registi al mondo mica ha bisogno di me per farsi mantenere») ma con un sistema che lo ha preso di mira: «Appena ho sgarrato una mezza volta e non per mia volontà allora ecco che subito arriva la notifica, il pignoramento»