Monza e Brianza: più ore di lavoro, crescono gli infortuni. Da inizio pandemia oltre 3mila denunce per quelli dovuti al Covid

Sono stati 184 in più nel periodo gennaio-agosto rispetto al 2020.Quelli in itinere, gli incidenti per spostarsi tra casa e lavoro o tra diversi luoghi in cui si svolge il proprio impiego sono un quinto del totale. L’importanza della prevenzione: il sindacato chiede di parlarne già nelle scuole, introducendo un insegnamento della materia
Un intervento degli operatori sanitari per soccorrere un uomo infortunatosi sul lavoro
Un intervento degli operatori sanitari per soccorrere un uomo infortunatosi sul lavoro

Ci risiamo. Le ore lavorate ricominciano a crescere e tornano ad aumentare anche gli infortuni sul lavoro. La Brianza per fortuna in questi ultimi tempi non è stata teatro di incidenti mortali (anche se nel periodo gennaio-agosto se ne registrano 3) , come invece è successo in altre parti d’Italia, ma fa segnare un incremento degli episodi denunciati all’Inail. Nel periodo da gennaio ad agosto di quest’anno, infatti, sono stati 4392, contro i 4208 dello stesso periodo dell’anno scorso. In mezzo c’è una pandemia che, grazie ai vaccini, lentamente sta allentando la pressione anche sul mondo economico.

Il graduale ritorno alla normalità, anche se ora la realtà è molto diversa da quella lasciata all’inizio del 2020, ha riportato alla luce, insomma, un problema che il lockdown con annessi e connessi aveva messo in un angolo. E non solo per quanto riguarda gli infortuni in fabbrica o comunque sul posto di lavoro, ma anche per quelli cosiddetti in itinere. Sì. perchè nella statistica dell’Inail fanno parte anche gli episodi che si verificano nel tragitto casa-lavoro (e viceversa) ma anche negli spostamenti tra diversi luoghi dove si svolge un’attività e addirittura nella pausa pranzo. In Lombardia, considerando il lasso di tempo che comprende i primi otto mesi dell’anno, il raffronto tra l’anno in corso e il 2020 è impietoso.

Questo tipo di incidenti sul lavoro, infatti, sono passati da 7.462 a 8.902. Un argomento, questo che è stato trattato martedì in un incontro organizzato nella sede della Provincia dal Comitato consultivo provinciale Inail in occasione della Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro. Alla giornata di approfondimento, moderata dal presidente del Co. co. pro Giulio Fossati, hanno partecipato, oltre al prefetto Patrizia Palmisani, anche, tra gli altri, il comandante della Polizia stradale di Monza e Brianza Mauro Livolsi e il comandante della Polizia provinciale Flavio Zanardo. Un infortunio sul lavoro su cinque in regione è in itinere, percentuale che vale anche per la Brianza. In generale gli incidenti stradali sono per la maggior parte tamponamenti e le cause maggiori sono sempre la distrazione (il cellulare guardato mentre si è in fila o anche quando l’auto è in movimento) e la velocità.

C’è però un dato che è riferibile al lavoro: «Il picco degli incidenti -ha spiegato Zanardo- si verifica tra le 17 e le 19, quando anche per lo stress lavorativo le persone sono più stanche». Anche questi indicenti possono essere prevenuti dalle aziende promuovendo corsi di guida sicura, garantendo ai lavoratori mezzi di trasporto dedicati per raggiungere il posto di lavoro o anche finanziando interventi che riguardano semafori, rotonde, infrastrutture per migliorare la sicurezza sulla strada. Iniziative che possono permettere alle aziende una riduzione del premio per l’assicurazione che devono pagare all’Inail.

Denunce per il Covid. Il Covid lascia il segno anche dal punto di vista degli infortuni sul lavoro. E non poteva essere altrimenti, visto che ha cambiato tutti gli aspetti della nostra vita. I dati Inail spiegano che in Brianza, dall’inizio della diffusione del virus fino allo scorso mese di agosto, ci sono state 3.259 denunce di infortunio di persone (4 morti) che ritengono di aver contratto il virus sul luogo di lavoro. Un vero e proprio “esercito” del quale fanno parte soprattutto gli operatori sanitari e quelli che si occupano dell’assistenza alle persone, in cui le donne rappresentano la stragrande maggioranza: gli episodi segnalati si riferiscono, infatti, 2396 volte a personale femminile e solo 863 a uomini. Gli infortuni di questo tipo in provincia di Monza sono il 7,2% del totale regionale (in Lombardia hanno raggiunto quota 45.520). La Brianza è battuta solo da Milano e Brescia. E ha più casi di Bergamo.

Prevenzione. La prevenzione è fondamentale. E un’obiettivo che va perseguito anche partendo da lontano, dalle scuole, insegnando la sicurezza agli studenti, anche a quelli più piccoli, non per forza in procinto di entrare nel mondo del lavoro. Su questo Cgil, Cisl e Uil hanno già presentato la loro piattaforma. con una proposta precisa. Ma una delle priorità rimane quella dei controlli. «Per ora Draghi ci ha ascoltato sull’aumento degli ispettori -spiega Enzo Mesagna, responsabile del Mercato del lavoro della Cisl Monza Brianza Lecco- prevedendo un migliaio di assunzioni. Si tratta comunque di un numero insufficiente per coprire tutte le imprese, ma almeno è un inizio». Ispettori dei quali c’è bisogno subito, anche se per le procedure di assunzione e formazione occorre tempo. E il tempo, visti i numeri degli incidenti, non c’è