Lentate: per la morte di Mattarelli la Procura chiede l’archiviazione ma la famiglia si oppone: «Si è difeso»

Per la Procura di Busto Arsizio il ventottenne si sarebbe tolto la vita, non sono d’accordo i familiari che con il loro legale hanno depositato una opposizione e vogliono che si indaghi ancora: «Sul corpo lesioni da difesa»
Simone Mattarelli
Simone Mattarelli Cristina Marzorati

È arrivato il momento di scrivere la parola fine sulla morte di Simone Mattarelli, il ventottenne gommista biraghese trovato cadavere il 3 gennaio in un capannone nel Varesotto? La Procura di Busto Arsizio ha chiesto l’archiviazione del caso come suicidio. Simone era stato trovato impiccato con la cintura dei suoi pantaloni al gancio di una ditta di Origgio, dopo che nella notte tra sabato 2 e domenica 3 gennaio al volante della sua Bmw aveva ingaggiato un lungo inseguimento con i carabinieri a Cantù. Il ventottenne aveva poi abbandonato l’auto in un’area boschiva di Origgio ed infine era fuggito a piedi verso la zona industriale.

Solo nel pomeriggio di domenica 3 gennaio, verso le 16.30, era stato trovato cadavere nel capannone di un’azienda. La Procura di Busto Arsizio aveva aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e ora, dopo aver ricevuto il verbale dell’autopsia, ha chiesto l’archiviazione come suicidio. I familiari però non ci stanno. Il loro legale, l’avvocato Roberta Minotti di Seregno: «Abbiamo depositato un’opposizione molto articolata. Chiediamo il proseguimento delle indagini, degli accertamenti e l’avvio di verifiche suppletive. Il nostro medico legale ritiene che sul corpo del ragazzo ci siano lesioni da difesa. Presuppongono un’aggressione prima della morte».