Emergenza coronavirus, Lombardia sospende le misure antismog sul traffico

L’emergenza coronavirus si fa più grave, la Lombardia è zona rossa. E la Regione sospende le misure antismog temporanee di primo e secondo livello riferite alla mobilità privata. Intanto la Corte di giustizia europea ha violato sistematicamente la direttiva europea sull’inquinamento atmosferico tra il 2008 e il 2017.
Monza
Monza Fabrizio Radaelli

L’emergenza coronavirus si fa più grave, la Lombardia è zona rossa. La Giunta regionale ha approvato su proposta dell’assessore ad Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo, la sospensione dell’applicazione delle misure antismog temporanee di primo e secondo livello riferite alla mobilità privata, previste in particolari condizioni di qualità dell’aria.

“La sospensione si applica a seguito del permanere della Regione Lombardia all’interno della zona ’rossa’ o ’arancione’ stabilite dal nuovo Dpcm per il contrasto alla diffusione del coronavirus”, si legge in una nota.


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«In questa situazione di emergenza, il nostro obiettivo prioritario è il contenimento dell’infezione e delle occasioni di trasmissione del virus – spiega l’assessore Cattaneo – senza tralasciare l’attenzione all’ambiente. In caso di superamento dei limiti le misure temporanee di primo e secondo livello continueranno ad applicarsi ai riscaldamenti e all’agricoltura. Per quanto riguarda invece la mobilità, avendo i mezzi pubblici una capacità di trasporto ridotta ed essendo la Lombardia in zona rossa, con una mobilità già di per sé limitata, abbiamo ritenuto di non penalizzare gli spostamenti necessari. Anche in considerazione del fatto che gli spostamenti privati riducono il più possibile i rischi derivanti da forme di aggregazione”.

Fino al termine della permanenza della Lombardia in zone che limitano la mobilità personale, in forza delle misure restrittive nazionali introdotte con il DPCM 3 novembre 2020 e con l’ordinanza 4 novembre 2020, sono dunque sospese in Lombardia le misure temporanee sul traffico (limitazioni per i veicoli fino a euro 4 diesel in ambito urbano).

Restano invece in vigore le misure temporanee di primo livello che riguardano, nei Comuni con più di 30.000 abitanti, il riscaldamento domestico (limitazione all’uso di generatori a biomassa legnosa di classe inferiore alle 2 stelle compresa, ormai divieto permanente dal 1° gennaio 2020 e riduzione di 1 grado delle temperature nelle abitazioni), l’agricoltura (divieto di spandimento liquami zootecnici) e divieto assoluto di combustioni all’aperto (accensione di fuochi, falò, barbecue, fuochi d’artificio).

Le misure temporanee di secondo livello comprendono tutte quelle di primo livello divenendo più restrittive sul riscaldamento (limitazioni all’utilizzo di utilizzo dei generatori a legna per riscaldamento domestico di classe emissiva fino a 3 stelle compresa).
Non scatteranno invece le limitazioni sul traffico, che in questo caso si estenderebbero anche ai veicoli commerciali fino a euro 4 Diesel.

Intanto la Corte di giustizia europea ha stabilito, a seguito di un procedimento partito dalla Commissione europea nel 2014, che l’Italia ha violato sistematicamente e in modo continuativo tra il 2008 e il 2017 la direttiva europea sull’inquinamento atmosferico, in particolare sulle concentrazioni quotidiane e annuali di PM10 nell’aria nelle zone interessate.