Decreto sicurezza, anche il sindaco di Mezzago contrario: «È obbedienza costituzionale»

C’è anche il sindaco di Mezzago Giorgio Monti tra le voci che si oppongono al decreto sicurezza del ministro Salvini. Una “disobbedienza civile” lanciata dal sindaco di Palermo e accolta da Napoli, Milano, Bergamo, Firenze. Salvini: “Io non mollo”.
Mezzago: Giorgio Monti
Mezzago: Giorgio Monti

C’è anche il sindaco di Mezzago Giorgio Monti tra le voci che si oppongono al decreto sicurezza del ministro Salvini.

“Condivido convintamente l’iniziativa di molti colleghi sindaci – ha scritto su facebook condividendo un articolo sulla scelta dei sindaci di Palermo e Napoli, Orlando e De Magistris, di non applicare il decreto sicurezza, annunciando una “disobbedienza civile” – non si tratta di disobbedienza civile, ma di obbedienza costituzionale. Negare l’iscrizione anagrafica significa negare il diritto all’assistenza sanitaria, negare il diritto all’iscrizione a scuola, negare il diritto all’iscrizione ai centri per l’impiego, negare il diritto alla difesa legale”.

E poi: “Il divieto di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo è solo una delle enormi e palesi violazioni della Costituzione contenute in questa legge. E non parlo solo dei provvedimenti che riguardano l’immigrazione: noi italiani dovremmo preoccuparci almeno quanto migranti e richiedenti asilo per quello che c’è in questa legge. Sulle occupazioni abusive si parla di “sgomberi facili” senza affrontare minimamente il tema del disagio abitativo o degli immobili abbandonati: tutte le conseguenze degli sgomberi ricadranno sulle comunità. Sul tema dell’ordine pubblico è stato reintrodotto il reato di blocco stradale: uno strumento in più per ostacolare e reprimere la libertà di manifestare di tutti, italiani o migranti che siano i manifestanti. Insomma, un provvedimento che oltre a creare sistematicamente stranieri irregolari da usare per accrescere consenso elettorale, nasconde nella “lotta al clandestino/migrante/finto richiedente asilo” una nuova stagione di repressione che ci riguarda tutti”.

Diversi i sindaci che si sono uniti alla protesta: Beppe Sala a Milano, Giorgio Gori a Bergamo, il sindaco di Firenze Nardella e quello di Parma Pizzarotti. E poi l’Anci che sollecita un tavolo di confronto chiedendo ascolto al Governo.

Chiede un incontro anche il milanese Sala: “Ministro Salvini, ci ascolti e riveda il decreto sicurezza, così non va! Noi sindaci avevamo richiesto, anche attraverso l’Anci, di ascoltare la nostra opinione su alcuni punti critici, ampliando i casi speciali e garantendo la stessa tutela della protezione internazionale ai nuclei familiari vulnerabili, anche attraverso lo Sprar, oggi escluso dal decreto sicurezza per i richiedenti asilo. Occorre inoltre valutare l’impatto sociale ed economico del decreto per le nostre città, già in difficoltà a causa di una legge di bilancio che ci ha tolto risorse nella parte corrente – ha concluso -, più persone saranno per strada senza vitto e alloggio, più saranno i casi di cui noi sindaci dovremo prenderci cura. Ministro, ci ripensi”.

“Lo ripetiamo da mesi: la legge 113/2018 – nata dal Decreto Salvini su immigrazione e sicurezza – anziché mettere ordine nella gestione interna del fenomeno migratorio, produce irregolarità e insicurezza”, ha commentato Giorgio Gori.

“Io non mollo – ha detto Matteo Salvini – Se c’è qualche sindaco che non è d’accordo si dimetta. Orlando e De Magistris dimettetevi. Non applicate il decreto sicurezza? Fate i sindaci e fate il vostro lavoro”.