Covid: ricoveri stabili al San Gerardo (33), anche se la curva dei contagi risale

Dopo settimane di numeri in calo, sono sempre 33 i pazienti ricoverati per Covid all’ospedale San Gerardo di Monza nel bollettino aggiornato del 14 marzo. “Nonostante si sia osservata, sia a livello locale sia nazionale, una ripresa seppur modesta della curva di contagi”, spiega il professor Bonfanti. Ecco perché sta succedendo.
Ospedale san Gerardo
Ospedale san Gerardo Fabrizio Radaelli

Rimangono stabili i ricoverati per Covid all’ospedale San Gerardo di Monza. Dopo settimane di numeri in calo, sono sempre 33 i pazienti nel bollettino aggiornato del 14 marzo. Si trovano in Malattie Infettive (30), uno solo in terapia intensiva e 2 in altri reparti. Rispetto alla settimana precedente non ci sono pazienti in terapia subintensiva.

Nell’ultima settimana 1.757 pazienti hanno avuto accesso al pronto soccorso, di questi 153 con sintomatologia Covid e 12 ricoverati. Quattro i pazienti deceduti.

“Il numero dei pazienti ricoverati presso l’ASST di Monza rimane stabile nonostante si sia osservata, sia a livello locale sia nazionale, una ripresa seppur modesta della curva di contagi – analizza il professor Paolo Bonfanti, direttore unità operativa di Malattie Infettive – Tale piccola recrudescenza non incide al momento sui ricoveri ospedalieri sia ordinari sia in Terapia Intensiva”.

Perché la curva dei contagi è tornata a risalire? “Bisogna tenere presente che non si tratta di un fenomeno solo locale ma che sta avvenendo in tutta Europa. La ripresa è probabilmente la risultante di tre fenomeni distinti. Il primo è la maggior diffusione, vi sono dati europei su questo, della variante Omicron 2, più contagiosa rispetto alla precedente. Fortunatamente i vaccini proteggono anche verso questa nuova variante. Purtroppo, e qui veniamo al secondo fenomeno, si sta osservano un calo dell’adesione alla campagna vaccinale soprattutto nei bambini e nei candidati alle terze dosi. Terza possibile ipotesi è un allentamento dell’adesione alle misure personali di contenimento (uso della mascherina, ecc.). A fine marzo cesserà lo stato di emergenza ma il virus non scomparirà: sarà quindi importante la responsabilità di ciascuno nel continuare ad usare le misure di precauzione, soprattutto negli ambienti chiusi, per proteggere sé e le persone più fragili esposte maggiormente al Covid”.