Covid: 33 pazienti ricoverati all’ospedale San Gerardo di Monza (-15)

Sono 33 i pazienti ricoverati per covid all’ospedale San Gerardo di Monza all’aggiornamento del 7 marzo, quindici in meno in una settimana. Il professor Bonfanti: «Numeri molto bassi, spiegabili anche con la percentuale di terze dosi del vaccino».
Ospedale san Gerardo
Ospedale san Gerardo Fabrizio Radaelli

Sono 33 i pazienti ricoverati per covid all’ospedale San Gerardo di Monza, quindici in meno in una settimana. È il bollettino dell’Asst Monza aggiornato a lunedì 7 marzo 2022.

Sono 25 nel reparto di Malattie Infettive, 2 in Pneumologia, 1 in terapia intensiva (erano tre), 5 in terapia sub intensiva. L’età media è di 71 anni (era 75). Nell’ultima settimana hanno avuto accesso al pronto soccorso 1.649 pazienti, di questi 117 con sintomatologia Covid e 10 ricoverati. Otto i pazienti deceduti.

“Il numero dei pazienti ricoverati è in continua riduzione: attualmente in ospedale vi sono 33 pazienti positivi con una media di ingressi di circa 10 nuovi pazienti la settimana, numeri quindi molto bassi. Questo dato sembrerebbe, a prima vista, contrastare con il dato epidemiologico nazionale e anche locale che rileva ancora 250 nuovi casi settimanali per 100.000 abitanti che è un tasso in riduzione ma sempre molto alto. Come si spiega questa discrepanza tra una ancora elevata circolazione del virus nella popolazione e la drastica riduzione dei ricoveri? Una possibile interpretazione di questa discordanza sta nella osservazione di due fatti: da una parte è in progressivo aumento la percentuale di persone che si è sottopostaalla III dose di vaccino, circa l’80% delle persone sopra i 60 anni in Lombardia. È noto ormai che la III dose ha un alto valore di protezione sul rischio di ospedalizzazione e di sviluppo di forme gravi. Il secondo aspetto che spiega il calo dei ricoveri è il fatto che molti dei nuovi casi di infezione interessano bambini e giovani sotto i 20 anni: fasce di età in cui il rischio di sviluppare malattia grave non è nullo – motivo per cui è importante che si vaccinino – ma più basso rispetto agli adulti”, analizza il professor Paolo Bonfanti, direttore unità operativa di Malattie Infettive.