Carcere di Monza: dà fuoco alla cella per protesta, tre agenti della penitenziaria intossicati

In segno di protesta per le cure prescritte, un detenuto del carcere di Monza ha dato fuoco alla cella, provocando l’intossicazione dei primi tre agenti intervenuti. Il sindacato: «Il modello di custodia va ripensato».
Polizia penitenziaria
Polizia penitenziaria

Momenti di paura mercoledì sera, 6 ottobre, in una delle celle della casa circondariale di Monza. Qui un detenuto di origine straniera ha appiccato il fuoco nella sua camera detentiva come atto di protesta contro gli agenti e il personale sanitario.

L’uomo, attualmente in carcere per rapina, avrebbe innescato la protesta «perché non gradiva la terapia prescritta dai medici», fanno sapere gli agenti intervenuti. Il detenuto ha iniziato a inveire contro gli agenti che hanno cercato inutilmente di calmarlo, poi ha appiccato il fuoco. Immediatamente le fiamme sono divampate in tutta la cella provocando una fitta coltre di fumo in tutto il reparto. L’incendio è stato immediatamente domato ma tre agenti, tra i primi intervenuti per spegnere il fuoco e salvare gli altri detenuti coinvolti, sono rimasti intossicati. I tre sono stati immediatamente condotti al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo per accertamenti.

«Purtroppo constatiamo il continuo perdurare della gravissima situazione in cui versano gli istituti penitenziari, dove si verificano aggressioni a danno del personale di Polizia penitenziaria oltre a innumerevoli danni alle strutture stesse dell’amministrazione, con evidenti riflessi in termini di danno alle casse pubbliche – ha commentato Giuseppe Bolena, segretario regionale dell’Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria -. Abbiamo più volte chiesto alla ministra Cartabia di intervenire con misure efficaci in un panorama ormai desolante. Nel caso dell’incendio appiccato dal detenuto a Monza solo l’intervento tempestivo degli agenti accorsi ha permesso di mettere in salvo gli altri detenuti e di evitare conseguenze peggiori».

Un episodio che avviene a pochi giorni dall’incontro tra le sigle sindacali unite della Polizia penitenziaria, e la ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Il prossimo 18 ottobre i rappresentanti sindacali saranno a Roma per un incontro con la Guardasigilli. «Ci sono alcuni argomenti per cui non c’è più tempo per ulteriori analisi e studi – hanno scritto i sindacati in un documento inviato in vista dell’incontro -. Chiediamo risposte organizzative e operative. In particolare relative al ripensamento del modello custodiale, al fine di porre un freno al crescente trend di aggressioni da parte di detenuti nei confronti degli operatori, soprattutto poliziotti. Di non poco conto è la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici». Resta sul tavolo anche la richiesta di un incremento degli organici, e «la revisione delle recentissime direttive in materia di perquisizioni generali straordinarie, specie a riguardo delle comunicazioni preventive».