Arcore, i baristi incatenano le mani dopo il nuovo dpcm

Si sono fatti fotografare con i polsi legati da una catena i lavoratori del bar il Caffettino di Arcore, dopo la firma del nuovo dpcm e alla vigilia dell’entrata in vigore delle nuove restrizioni valutate in base alla fascia di rischio regionale.
Arcore protesta in catene del bar il Caffettino - foto su Facebook
Arcore protesta in catene del bar il Caffettino – foto su Facebook

Sorridenti ma con i polsi legati da una catena. Si sono fatti fotografare così i lavoratori del bar il Caffettino di Arcore, dopo la firma del nuovo dpcm e alla vigilia dell’entrata in vigore delle nuove restrizioni valutate in base alla fascia di rischio regionale (da venerdì 6 novembre). Se la Lombardia fosse confermata in zona rossa, sarebbe prevista la chiusura di bar e ristoranti (tranne servizio asporto).

La protesta, oltre che davanti all’esercizio di via Manzoni, è andata su Facebook sulla pagina “Sei di Arcore se”.

“Abbiamo speso soldi per misure di sicurezza? SI – hanno scritto a corredo della foto – Abbiamo adottato ogni misura di distanziamento? SI; Ci siamo presi cura del personale e dei clienti? SI; Ci siamo adeguati al primo lockdown? SI; Abbiamo perso soldi? SI; Il lavoro porta dignità non covid. Ancora oggi ci lasciano a casa distruggendo anni di lavoro e fatica. Purtroppo non siamo seduti su poltrone d’oro e una sola attività chiusa porta alla crisi finanziaria di tutti i dipendenti che cercano di lavorare per salvaguardare se stessi e soprattutto i propri figli. Le nostre parole non saranno ascoltate e le nostre mani sono legate”.