Aggredisce la moglie nel suo negozio a Monza: arrestato per stalking

Ha aggredito la moglie nel negozio che lei gestisce a Monza nonostante un precedente divieto di avvicinamento del tribunale. L’uomo, 48 anni, è stato arrestato dagli agenti delle volanti della Questura con l’accusa di stalking.
Polizia di Stato
Polizia di Stato

Dalle minacce è passato ai fatti, come aveva già fatto in passato, nonostante un arresto e un precedente divieto di avvicinamento del tribunale. Lo ha fatto martedì pomeriggio, il 48enne monzese arrestato dagli agenti delle volanti della Questura con l’accusa di stalking, dopo aver aggredito la moglie 52enne, mettendole le mani al collo nel negozio di lavanderia gestito da quest’ultima, nel quartiere Triante. Una storia di sopraffazioni, ossessione e denunce della vittima, che ha portato nuovamente in carcere l’uomo, già finito in manette lo scorso dicembre per maltrattamenti. L’uomo, da quanto emerso, era già stato allontanato di casa, ma non è mai uscito dalla vita della donna. L’altro giorno si è presentato sul posto di lavoro di lei, alterato dall’abuso di alcol, e dopo una serie di insulti l’ha scaraventata a terra stringendole le mani al collo.

Solo la reazione pronta della vittima ha evitato conseguenze peggiori. Quest’ultima, dopo l’aggressione (avvenuta mentre era da sola in negozio) è scappata in macchina e ha chiamato il 112. Immediato l’arrivo della volante che ha trovato l’uomo ancora sul posto e lo ha condotto negli uffici di via Montevecchia, dove è stato formalizzato l’arresto. Fortemente scossa la vittima, è stata condotta al pronto soccorso e dimessa con dieci giorni di prognosi.

È stata lei a raccontare quanto accaduto, sottolineando che i guai erano iniziati ormai un paio d’anni fa quando aveva deciso di lasciare il marito. L’uomo, disoccupato, non si era mai rassegnato e per questo aveva iniziato a pedinarla, minacciarla e maltrattarla spesso anche fisicamente, chiedendole soldi anche quotidianamente. Il fascicolo, dopo l’intervento della volante, è stato preso in carico dagli agenti della squadra che tratta reati contro le fasce deboli, ed è stato trattato secondo i protocolli del codice rosso, una sorta di “corsia preferenziale” riservata a questo tipo di reati.