A meno di ventiquattr’ore dalla pesantissima squalifica inflittagli dal giudice sportivo, che lo costringerà a rimanere al palo fino al 30 aprile 2022, salvo riforme in sede di appello, il presidente della Folgore Caratese Michele Criscitiello ha affidato al suo profilo di Instagram il commento a un provvedimento che, suo malgrado, lo ha messo al centro di un po’ tutte le cronache dei media che seguono il mondo del calcio.
E lo ha fatto pubblicando anche materiale fotografico e video, utile, a suo parere, per dimostrare l’infondatezza delle accuse mosse nei suoi confronti.
«Ho sempre preferito i fatti alle chiacchiere – ha esordito il massimo dirigente caratese – ed anche questa volta porto le prove che la Lega nazionale dilettanti ha già in possesso da ieri. Quanto scritto nel referto da questo ragazzo, Marco Di Loreto, arbitro di 26 anni, è una ricostruzione smentita dai fatti».
Ecco il perché: «La foto dimostra che davanti al suo spogliatoio ha preteso la presenza fissa di un carabiniere. Ciò conferma che non era neanche possibile avvicinarsi. Altro che calci. Poi c’è un video di quando esce fino a quando entra in auto. Per fortuna faccio un mestiere dove le prove sono tutto ed io ho documentato. Mentre filmo, non mi avvicino neanche. Inoltre, c’è il verbale dei carabinieri, dove è scritto che nulla è accaduto. Il giudice sportivo non indaga, riporta quanto scritto dall’arbitro. La Procura federale, invece, indagherà su presunte frasi razziste di questa signore ad un nostro tesserato. Il mio obiettivo è la sua radiazione».
Criscitiello ha quindi proseguito la sua ricostruzione: «Confermo di avergli detto “Stai facendo il fenomeno” e “Sei un incapace”. Tutto ciò quando usciva dal campo, ma non dopo. Noto, invece, con piacere che a riportare la notizia, a metà, siano i soliti siti o ex giornalisti che con me hanno perso una causa al Tribunale di Roma con la società in liquidazione ed attendo ancora i 90mila euro. Sono sempre fatti. Non chiacchiere. Il calcio lo vivo con passione e sangue caldo, ma le false ricostruzioni non le tollero».